E LA CHIAMANO GREEN ECONOMY…

Parco solare e nuovo piano di raccolta differenziata dei rifiuti. Questi i due piatti forti della green economy, presentati ieri nella conferenza stampa del Sindaco. Purtroppo, dobbiamo notare che manca organicità in questi progetti. Il parco solare occuperà 3 ettari di terreno agricolo e quindi consumerà altro territorio. E a chi si affiderà la realizzazione dell’impianto? all’Aset holding, alla Prometeo Spa? Anche nella delibera che verrà presentata mercoledì al consiglio comunale, non c’è chiarezza in questo punto, alla faccia della trasparenza! In questo modo le locali ditte in ambito energetico saranno, molto probabilmente, tagliate fuori. Invece di pensare a tanti progetti per installare pannelli su tutti gli edifici comunali (Scuole, Asili, Stadio, Cimiteri, Palestre, ecc. ecc.), con diversi appalti a cui potrebbero partecipare tutte le realtà locali che oramai si occupano di energie alternative, con un vero ritorno economico ed occupazionale.

Ma il vero problema è un altro: non si prende il toro per le corna! In moltissime città, tra cui Pesaro, si è capito che prima di produrre energie rinnovabili, occorre ridurre gli sprechi. Occorre il cosiddetto Piano Energetico Comunale (PEC), al fine di operare una diagnosi degli sprechi energetici negli edifici comunali, cercando di limitarli. Si utilizzano, poi, nuove tecnologie per il risparmio e l’uso di fonti rinnovabili. A Fano, invece, si inizia dalla coda, piuttosto che dalla testa del problema!

Per non parlare della potenzialità delle modifiche al regolamento edilizio, con le quali indicare e imporre misure di risparmio energetico e di utilizzo di energie alternative. Già 557 Comuni in Italia l’hanno fatto, tra cui, ancora, Pesaro. A Fano il regolamento, figurarsi, risale al 1976!

E, infine, il nuovo piano di raccolta differenziata porta a porta: un’opera al rallentatore! Solo nel 2013 saremo in regola con la legge per quanto riguarda la percentuale di rifiuti differenziati. Intanto i cittadini pagheranno in questo lasso di tempo una ecotassa per il non raggiungimento degli obiettivi, un balzello che aumenta sempre più ogni anno! Quando decine di realtà comunali in Italia (tra cui Fabriano) hanno raggiunto gli standard richiesti in un solo anno. Gli stessi dirigenti Aset hanno affermato che un piano così lento come il nostro non è del tutto efficace. E allora? Occorre operare una visione organica e un piano coraggioso, al passo coi tempi. Prendiamo esempio da tanti altri Comuni virtuosi, come quello di Vedelago (Treviso), che ha fatto del riciclo, addirittura, il motore trainante economico. Un cambio di strategia sbalorditivo. A Fano le idee e le risorse non mancano, si tratta di metterle in campo!

1 commento su “E LA CHIAMANO GREEN ECONOMY…”
  1. Cosa vuoi pretendere da un’amministrazione che ha fatto costruire tre piani di parcheggio vuoti con sopra un bar pieno…

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