Vi ricordate a inizio gennaio la pomposa inaugurazione del nuovo snodo di scambio alla stazione dei treni? Con taglio del nastro ma anche dei lucchetti per la rimozione di una ventina di biciclette, perché deturpavano il paesaggio per le riprese video dell’inaugurazione? Quasi nessuno ancora ha recuperato la bici, anche perché dovrebbe pagare 78 euro (un valore maggiore della bici stessa, probabilmente) o rivolgersi al giudice di pace per contestare la multa (senza essere certi dell’esito) con una spesa obbligatoria iniziale di 38 euro. Ma cosa più importante, lo snodo non sta funzionando, bus e bici non hanno il loro giusto spazio, dopo che i lavori si sono conclusi con mesi di ritardo (guardate il video sopra)! Tutto come prima: il Pincio rimane ancora il terminal principale (che velocità e che capacità operativa hanno quelli dell’Adriabus!), le bici vengono ammassate in uno spiazzo senza neanche una pensilina contro il sole e la pioggia. Beh, altre due brevi rastrelliere sono state posizionate sotto le mura San Gallo, ma ci mettono i motorini davanti! E lato mare? Una quindicina di posti per due ruote (immaginatevi quando sarà estate se saranno sufficienti!), neanche segnalati da cartellonistica e senza rastrelliere per legare saldamente il velocipede: uno mette lì la bici, passa un furgoncino e se la carica. Perché no, con la crisi che corre, prendere una bici in modo così semplice è un affarone! E il famoso bike sharing (affitto gratuito di bici) tanto sbandierato da giugno del 2009? Erano già pronti i soldi da investire. Era previsto alla ex caserma, poi l’assessore Maiorano ha capito che era un posto inutile e ha pensato di far mettere la prima postazione di accesso allo snodo… ma non se ne vede ancora traccia!
Non chiediamo la luna: per incentivare quello che tutti chiamano “trasporto pubblico e mobilità leggera”, bastano poche cose. Attivare finalmente lo snodo autobus-treni (non dovranno ancora pensare al progetto quelli dell’Adriabus! In più pensate, a un viaggiatore sceso dal treno che doveva andare a S. Lazzaro, l’operatore della biglietteria bus ha detto che faceva prima a piedi!). Ampliare i posteggi per bici dotandoli (tutti, anche quelli già esistenti) di pensiline e di rastrelliere complete. Attivare finalmente il bike sharing. Si può fare e con costi contenuti.
Per evitare errori di progetto, difficili e costosi da correggere a opera realizzata, bisognerebbe adottare un processo di pubblicazione dei progetti pubblici online prima dell’approvazione definitiva, stabilire un tempo per le osservazioni online dei cittadini, per le proposte migliorative, scaduto quel tempo l’amministrazione decide le modifiche, pubblica il progetto definitivo congelato, fa la gara, pubblica online il curriculum delle ditte che hanno partecipato e di quella che ha vinto, con la foto del titolare o dei proprietari, segue i lavori e pubblica le foto e i video degli avanzamenti e delle eventuali modifiche necessarie in corso d’opera e documenta e motiva di fronte ai cittadini gli eventuali intoppi. Magari dalla rete c’è qualcuno in grado di fare anche suggerimenti per superare gli intoppi. Quando capiranno che sono ancora tutte da esplorare le potenzialità positive della rete? O meglio, la rete è uno strumento, le potenzialità inespresse dei cittadini che collaborano in rete sono ancora tutte da sfruttare…
@ Giovi
bisogna farlo capire prima ai cittadini che vanno a votare, continuare a gestire tutto alla vecchia maniera fa comodo, la trasparenza è uno degli obiettivi a cui puntiamo (vedi le riprese del Consiglio Comunale … abbiate fede che prima o poi ci riusciremo anche a Fano), fare quello che dici vuol dire programmare, avere un sito web fatto come si deve, formare il personale che deve gestire il tutto e principalmente ci vorrebbe la volontà politica, quest’ultima è quella più difficile. Per questo motivo bisogna stare col … fiato sul collo, fare le … pittime, continuare ad informare il più possibile i cittadini (rendere il popolo ignorante è sempre stata una delle armi più utilizzate dai politici), noi cerchiamo di farlo con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione, anche se la rete … è il futuro e quindi siamo fiduciosi … sperando che i nostri figli riscano a cogliere le opportunità della rete prima che vengano anche loro appiattiti dalla disinformazione …
I politici in generale non vogliono trasparenza, vogliono avere le mani libere, non vogliono rendere conto a nessuno. Perchè poi? Chi glielo chiede? Al cittadino medio non frega nulla, o non ha i mezzi per farlo. Quindi perchè essere “trasparenti” se ti può solo tornare contro? Non sono stimolati, aiutati nè tantomeno costretti a farlo. Finchè pretendere e dare trasparenza non sarà un dovere per il politico e per il cittadino , e non solo la fissazione di pochi.. si faranno pochi passi in avanti.