Non pensavamo di intervenire ancora sulla questione della gestione dell’acqua. Ma a volte la realtà supera l’immaginazione. E occorre reagire. Reagire alle parole del Segretario Pd Cristian Fanesi: da una parte annuncia l’adesione del suo partito locale alle firme per il referendum sull’acqua pubblica, dall’altra propone al Sindaco di far entrare l’Aset dentro Marche Multiservizi. Una contraddizione sia nella forma che nei contenuti. Essa svela una volontà strumentale di sfruttare l’onda del successo della raccolta firme (che, ricordiamo è iniziata  grazie a un manipolo di liste civiche e associazioni, un mese fa circa) e la manovra occulta di consegnare a una società, con una gestione dove il privato fa la voce grossa aumentando bollette e attuando servizi non certo all’avanguardia (chiedere per informazioni ai pesaresi!), la gestione del servizio idrico fanese. Certo Aguzzi si oppone a Marche Multiservizi solo perché non ci sarebbe una poltrona per Fano che possa avere potere e influenza nella società (altro che questioni di principio o di salvaguardia della proprietà pubblica!). Ma dal PD ci saremmo aspettati un atteggiamento più trasparente. Come quello di aderire alla campagna referendaria e di spingere la Giunta Spacca a ricorrere in Corte Costituzionale per far abolire la legge sulla privatizzazione dell’acqua (alcune Regioni l’hanno fatto). Delle due ne ha fatta la prima, ma annullandone l’efficacia con la proposta di soluzione con Marche Multiservizi.

Insomma, un’altra occasione sprecata dal PD fanese per dare un segno chiaro e pulito in questa battaglia. Un PD che assume le sembianze di un “Giano Bifronte”.

1 commento su “PD FANESE: GIANO BIFRONTE”
  1. ….e quante occasioni perderanno ancora! Come spesso capita si cerca di salvare capra e cavoli, ma questa si dimostrerà una scelta perdente. E’ inutile cercare di addentrarsi nelle logiche interne di un partito, mentre è interessante osservare come su un tema preciso e fondamentale come quello dell’acqua pubblica, le persone , i singoli individui, tornino protagonisti riappropriandosi della “cosa pubblica” riscoprendo il significato di fare Politica.

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