Il problema del traffico è grave. Nella giungla delle ore di punta è difficile trovare automobilisti e ciclopedoni che non se la prendano tra loro. Se da una parte chi attraversa le strisce o va in bicicletta deve rispettare la segnaletica, dall’altra i veicolo a quattro ruote non dovrebbero invadere con parcheggi e transiti le piste ciclabili o affrontare a tutta velocità un attraversamento pedonale. Ad oggi si aggiungono le multe fatte da solerti vigili a ciclisti, che attraversano le strisce in sella alla bici. Ebbene, proviamo a metterci nei panni di un ciclopedone che da via Fanella vuole arrivare a Porta Maggiore. Vita facile? Per nulla. Comunque si scelga il tragitto ci sono in poco più di trecento metri: pericoli, 2 interruzioni di corsia, 3 sali-scendi per attraversare sulle strisce e tratti in cui non si capisce se ci siano percorsi pedonali o ciclo-pedonali (video a fianco). Partiamo dal fatto che tutti debbano rispettare le regole, ma un anziano che si muove in bici come si sente al termine di questi 300 metri.. almeno un po’ spossato? Ma vi assicuro, che lo è anche una persona più giovane!
Le soluzioni sarebbero semplici: prolungare le corsie e piste cilabili, mettendole anche in rete; sostituire, nei punti meno pericolosi, le classiche strisce pedonali con quelle di attraversamento in sella anche per i ciclisti (sono quelle fatte a quadretti, invece di quelle classiche rettangolari). Ma ciò è possibile solo se si garantisce la continuità delle piste ciclabili nelle aree di intersezione (art.146 DPR 495/92): ciò è già possibile in alcuni tratti, la messa in rete delle piste lo renderebbe molto più agevole. Obiettivo: meno stress per pedoni e ciclisti, meno conflitto di spazio e rallentamento per gli automobilisti. La parola ora passa all’assessore Silvestri.