Ci si appresta a rivotare in Consiglio Comunale il cambio di Statuto per decretare Fano come la Città del Carnevale, dandole un risvolto storico-culturale appropriato. Abbiamo apprezzato il grande sforzo di questo anno per un Carnevale più ricco e che attraesse più turisti. Abbiamo sempre detto che dobbiamo tendere a creare una manifestazione che duri un mese e non tre week end e che possa avere dei richiami lungo tutto l’arco dell’anno. Ma non vogliamo solo festicciole, eventi ludici, mercati spostati in viale Gramsci, serate a tema e cittadelle dei prodotti tipici.
Dobbiamo alzare il livello culturale per dare vero slancio al Carnevale. Per farlo durare “tutto l’anno” e attrarre visitatori anche fuori stagione. Ma non possiamo averlo solo con gli interventi dell’onnipresente Santorelli. Va bene per le feste e i Baci Perugina, ma per la cultura ci vorrebbe Mancinelli. Giusto, ci vorrebbe… ma non c’è!
Il silenzio in queste settimane dell’assessore alla cultura è stato veramente imbarazzante e allo stesso tempo assordante. Non un intervento (se non per pochissimi incontri culturali su alcuni aspetti del carnevale, dedicati a pochi appassionati), non una dichiarazione di intenti, neanche sulla proposta del cambio di Statuto del Comune, per il quale vengono richiamate insistentemente le radici storiche e tradizionali della nostra città. Sembra un assessore dell’iperuranio, fuori dal mondo, nel suo mondo. Ma noi siamo a Fano a vogliamo che il Carnevale abbia quella dignità storico-culturale che si merita.
Valorizzare i carristi e le loro opere, rendere la città rapita dalle atmosfere storiche carnevalesche, avere ospiti che valorizzino questi aspetti, iniziative culturali pubbliche di ampio respiro, coinvolgere tutte le scuole di ogni ordine e grado. Abbiamo dovuto noi stessi spingere in consiglio comunale affinchè, nella proposta di cambio di Statuto, le chiavi della città nel periodo di Carnevale siano in prima istanza date a una personalità culturale di spicco a livello nazionale o internazionale, per far sì che la risonanza mediatica e culturale arrivi in tutta Italia e dia uno slancio ancor maggior per far conoscere la manifestazione a un target di turisti sempre più ampio.
Certo, le risorse economiche non saranno enormi, ma una ridistribuzione delle economie si può fare. Occorre avere un progetto. Il nostro assessore alla cultura ce lo avrà? O bisognerà di nuovo allargare la competenza a qualche collaboratore esterno, come Milesi, per avere risposte che un normale Assessorato alla Cultura dovrebbe già dare?
Il compenso di Milesi, per altre prestazioni d’opera, ammonta a 30 mila euro. Ne aggiungiamo altri 10 mila per un progetto culturale del prossimo Carnevale?