Costituzione del Comitato per la Piscina Unica

Dopo aver assistito via web al Consiglio Comunale dell’altro ieri, un gruppo di mamme fanesi agguerrite, costrette, diversi pomeriggi a settimana, a passare il loro tempo o in macchina per accompagnare i figli in piscina a Pesaro o con il naso schiacciato sul vetro e le mani in mano per assisterne gli allenamenti, stufe di questa incresciosa situazione, hanno deciso di fondare e promuovere un nuovo Comitato: quello per la Piscina Unica. La nuova costruzione potrebbe essere situata di fianco all’ospedale unico, offrendo così alla cittadinanza svariati vantaggi: la gestione della piscina potrebbe essere lasciata ai pesaresi, che nel corso di ormai svariati decenni si sono dimostrati, al contrario dei fanesi, in grado di gestire una struttura comunale che rispetti quanto meno le norme igieniche; la segnaletica stradale sarebbe semplificata, a destra l’ospedale a sinistra la piscina; si potrebbero usare i mezzi pubblici per raggiungerla, visto che per far fronte all’esodo inevitabile che ingorgherebbe la strada statale, verranno potenziati di sicuro; in caso di contagio, i bimbi potrebbero raggiungere, data la vicinanza, anche a piedi il nosocomio.  Inoltre, dulcis in fundo, per intrattenere le annoiate mammine, una celebre signora fanese, ha dato la sua disponibilità per tenere un corso gratuito di pasta fresca, il cui piatto forte paiono essere le tagliatelle (tanto gradite ai bambini quanto ai sindaci di zona). Insomma, l’idea c’è, ora si tratta di realizzarla . Al coro di  “tanto cloro contro germi e virus loro”, le mamme si stanno già organizzando per sensibilizzare l’opinione pubblica.

E sono mamme fanesi sicuramente molto cariche, visto che l’unico progetto per Fano ancora in piedi è quello proposto dalla Polo Holding attraverso un nuovo progetto esecutivo in ritardo di un anno rispetto alla convenzione con il Comune. Quest’ultimo avrebbe potuto incassare la fidejussione della penale della ditta e ripartire con un altro progetto fattibile. Ma siamo qui ad attendere pervicacemente un responso del Coni su un progetto più complesso rispetto a quello di partenza, che ha fatto anche lievitare i costi e non offre certezze di realizzazione. Da gennaio attendiamo un foglio dal Coni. Ma siamo stanchi di farlo, ormai.

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