Meglio tardi o mai? Differenziare, quanto è coinvolto il cittadino…

Circola proprio in questi giorni il periodico informativo di aprile dell’ASET, che spiega cosa si sta facendo per il riciclo e il destino del materiale differenziato. Ci si spinge anche a pubblicizzare l’iniziativa sulla riduzione dei rifiuti. E’ una sufficiente informazione per la sensibilizzazione dei cittadini o è solo un’azione di facciata purtroppo sterile e autoreferenziale? La risposta ci è data da un fatto accaduto pochi giorni fa.

Fermata dell’autobus a Carrara. Non ci si può stazionare poiché ci sono sacchetti dell’immondizia con un bel foglio degli ispettori ambientali, che hanno segnalato l’infrazione di sacchetti indifferenziati abbandonati, in zona di raccolta porta a porta (vedi foto). Inciviltà? Scarsa collaborazione sia dei cittadini che delle istituzioni? Forse tutte e due. Ma spesso l’inciviltà è figlia di una cattiva sensibilizzazione ed educazione. Dire che l’Aset nel suo piano del porta a porta abbia sensibilizzato e reso partecipi i cittadini di una svolta epocale nella raccolta differenziata, beh, è un eufemismo.

Ma a Fano sembra che nessun cittadino sappia degli eccezionali vantaggio della raccolta differenziata e del riciclo, almeno finchè non gli tolgono i cassonetti verdi dell’indifferenziato e gli danno dei bidoncini con un foglietto in cui c’è scritto cosa differenziare e quando. Il resto viene lasciato alla buona volontà del cittadino stesso.

Nel far partire i progetti di differenziazione dei materiali, ci si è chiesti se la gente ha fiducia che la differenziazione porti a un risparmio e in quali termini? Basta un opuscolo per posta, dove c’è scritto, oltretutto, che la vendita del differenziato porta alle casse dell’Aset un guadagno che “copre, seppur in piccola parte, i costi del servizio porta a porta”? Quando ci sono Comuni che grazie a quei proventi non solo coprono le spese del porta a porta, ma ne traggono un ulteriore guadagno economico! Ci chiediamo dove sono i progetti virtuosi che altri comuni hanno operato e il nostro no. E dove sono le strategie che messe in atto per informare i cittadini in modo da renderli consapevoli che le materie prime/seconde hanno un valore economico e che se finiscono in discarica fanno un triplo danno: ambientale perché inquinano; economico, perché non solo pesano e fanno spendere più soldi al comune per il conferimento, ma non consentono il guadagno che deriverebbe dalla vendita e il risparmio provenienti dal riciclo; di spazio, perché la discarica stessa ha una vita minore.

Come mai, a Fano, a metà del  2011 ci troviamo ancora a pagare ecotasse e a riciclare materiali al 37%, quando, per legge, nel 2012 dovremmo essere al 65%? Pensiamo che l’ignorare determinati valori collegati ad un vantaggio sociale e ambientale, oltre che economico, crei deresponsabilizzazione e richiesta di delega nella risoluzione dei problemi: la gente non sente questo problema come il suo. Questo può mettere seriamente a rischio la validità dei progetti e può rendere vano ogni sforzo. Speriamo che a breve venga messo in calendario l’incontro, che da mesi abbiamo richiesto, con Carla Poli, per un consiglio monotematico sulla raccolta differenziata e il riciclo, al fine di portare testimonianze di Comuni grandi come il nostro che hanno messo a regime sistemi di smaltimento e riciclo al 99%.

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