Forse ci meritiamo i rifiuti di Napoli? Proprio in questi giorni Aset si confeziona su misura un’indagine sul gradimento da parte dei cittadini sull’efficienza dei suoi servizi (su un campione formato dal 2% di tutti i fanesi): tutto bene! Vorrei vedere, ha pagato Aset l’indagine! Ma intanto siamo abbondantemente sotto i limiti di legge per la raccolta differenziata (35% circa invece del 50% della normativa vigente) e fino al 2013, forse, non raggiungeremo il limite imposto che sarà, a quel punto, del 65%. E i cittadini si vedono nella bolletta un sovrapprezzo per pagare l’ecotassa, la tassa dell’inefficienza dell’Aset comunale. E Napoli che c’entra? C’entra e come. Sembra uno scherzo fatto da Pulcinella: proprio Napoli, la capitale della non differenziata e dell’opzione inceneritori, chiede aiuto alla Regione Marche e Provincia di Pesaro. Proprio quella provincia che non ha neanche un comune tra i comuni “ricicloni” premiati dalla Regione.
Vien da pensare che gli amministratori partenopei sappiano a chi rivolgersi. Ai loro simili fanesi-pesaresi, per lo meno per quello che riguarda le strategie sui rifiuti. Stiamo esagerando? Pensate che Aset guadagnerà dal conferimento dei rifiuti napoletani in discarica (e nessuno saprà mai se ci sono materiali pericolosi) 90 euro a tonnellata. Un bel gruzzoletto: si pensa che dalla Campania arriverà una quota di immondizia pari a un mese di rifiuti di Fano.
Non dimentichiamoci inoltre, che la “vita” prevista della discarica di Monteschiantello è di circa 10 anni. Se viene riempita dai rifiuti che vengono da fuori, questa vita sarà ancora più corta. Se non si adotta la strategia “rifiuti zero” saremo costretti ad adottare le classiche soluzioni di spreco di nuovo territorio per seppellire l’immondizia da un’altra parte oppure far ammalare le persone con un malefico inceneritore.
E allora nascono due considerazioni. La prima: forse sarebbe meglio che l’amministrazione partenopeai avvii una degna raccolta differenziata che non permetta di vedere più la spazzatura in giro per le vie della città (altro che soluzione inceneritori, costosa e a lunga concretizzazione) e sia costretta ad “esportare” tale materiale. Forse sarebbe meglio che Aset non abbia più la gestione della discarica. Come può essere efficiente un’azienda che da un parte guadagna per il conferimento in discarica e dall’altra si proclama paladina della raccolta differenziata (che non fa più portare rifiuti in discarica)?