Spesso la nostra amministrazione, in particolare La Tua Fano, dice di voler comportarsi come un “buon padre di famiglia” nella gestione della cosa pubblica. Proprio ieri il Sindaco ha affermato che la sua gestione è stata una delle più virtuose. Altrettanto frequentemente, però, tutto quello che fanno, sembra confermare il contrario: invece di essere dei padri parsimoniosi, divengono padri che sperperano. Ultimo esempio, in ordine cronologico, è l’affare “Padalino” e il seguente riordino scolastico. Ecco il perché.

L’origine del piano di ridimensionamento delle scuole fanesi è presto detta: la giunta vuole permutare, attraverso la cessione dello stabile a una ditta privata che costruirà lì appartamenti e negozi, il complesso del S. Arcangelo, nel quale insiste l’Istituto “Padalino”. Tutto ciò al fine di ottenere la costruzione di una nuova scuola media a Bellocchi. Proprio qui, in effetti, c’è stato un significativo aumento della popolazione giovanile dovuto alle nuove edificazioni degli ultimi anni e alla conseguente installazione di nuove famiglie. Quello che nel dibattito è mancato è una lapalissiana domanda: quando si costruiscono nuovi edifici, si pagano gli oneri di urbanizzazione per supplire alla dotazione di servizi a cui il Comune deve provvedere per rispondere alle esigenze dei nuovi abitanti? Certo, per fare nuove strade, fogne, parcheggi, verde pubblico, asili, scuole, ecc. Quindi viene spontaneo chiedersi come sono stati utilizzati questi oneri nel caso di Bellocchi. Era logico aspettarsi l’esigenza di una nuova scuola media per i nuovi piccoli residenti. Perché non è stata programmata per tempo e non sono state accantonate le risorse necessarie? E’ una domanda ricorrente in Italia dove, a differenza di altre nazioni Europee, prima vengono sempre le case e poi semmai tutto il resto. Con un’oculata amministrazione, a Fano ci saremmo risparmiati un iter del piano di riordino delle scuole così traumatico e doloroso.

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