Beppe Grillo ce lo aveva detto alcuni anni fa: le nostre migliori e più innovative proposte verranno bollate come populistiche dai partiti e poi verranno copiate. Profetico. Ma non pensavamo che fossero scimmiottate così palesemente e spudoratamente. Ci riferiamo alle ultime due proposte di Futuro e Libertà (il nuovo partito di Fini, rappresentato anche in consiglio comunale a Fano da Napolitano) che ha proposto nell’ordine: 1) legge di iniziativa popolare a livello nazionale per togliere dalle liste e dal Parlamento i condannati, 2) proposta alla giunta comunale fanese per eliminare i cda delle aziende partecipate e metterle nelle mani di un amministratore unico. Prodromi di una nuova strategia basata sul ricostruire una certa verginità, ma solo a livello di trucco esteriore, di facciata.
Ma andiamo con ordine. Nel primo V day di Beppe Grillo, 350 mila cittadini hanno firmato una legge di iniziativa popolare per togliere i condannati dal Parlamento, non concedere più di due mandati agli eletti e ridare il voto di preferenza ai cittadini. In data 14 dicembre 2007 sono state consegnate le firme in Senato e ad oggi il Senato stesso ha deciso di non procedere alla calendarizzazione della proposta . Allora chiediamo a FLI: dove sono i suoi senatori e il presidente Fini, che invece di proporre un’iniziativa miseramente copiata dal Movimento cinque stelle, potevano e ancora possono far discutere la legge già depositata?
Secondo punto: taglio dei consigli di amministrazione delle aziende partecipate, quali Aset spa e Aset Holding, con gestione di un’unica personalità giuridica. Secondo il direttivo di FLI fanese, questa non è cavalcare l’antipolitica, ma una proposta concreta che va a migliorare l’efficienza e va a risparmiare in un ambito, come quello dei cda, dove vengono mandati i trombati delle politica a prendere uno stipendio per non decidere e fare nulla. Guarda caso, la nostra stessa proposta già fatta in consiglio comunale in data 22 febbraio 2012, che ha visto il voto contrario della maggioranza, mentre Napolitano era uscito dall’aula non votando. Alla faccia della coerenza e della bella copia su carta carbone! Da aggiungere anche la poca precisione nei dati riguardanti i risparmi potenzialmente ottenibili: FLI dice che si potrebbero risparmiare 150 mila euro all’anno, ma in realtà sarebbero 78 mila. Forse conteggiano anche lo stipendio dei Presidenti. Ma se ci deve essere un solo uomo alla guida delle partecipate, quello sarà il Presidente stesso al quale, almeno, occorre mantenere lo stipendio. Minimo, ma uno stipendio lo deve avere. Alla faccia dei calcoli populistici di FLI.
Un invito agli amici di FLI: dateci un vostro indirizzo email, così vi inviamo copia della prossima iniziativa per diminuire i costi della politica. Potrete fare un migliore “copia e incolla”.