FANO E PESARO, DUE OSPEDALI IN BASE ALL’EFFICIENZA ED ECONOMICITA’

Giudichiamo inopportuno riunire sotto un unico tetto l’accoglienza ospedaliera di cui Fano e Pesaro insieme ai loro retroterra hanno bisogno. Per due motivi essenziali. Perché innanzitutto la necessità di incontrarsi a metà strada, seppur non sacrificasse Fosso Sejore, dovrebbe rivolgersi alla vallata dell’Arzilla, che ci sembra meritevole di altrettanta affezione. E perché per rispondere al parametro, ancor più virtuoso dell’attuale, che prevedi in futuro 2,5 posti/letto ogni mille abitanti ci sarebbe bisogno di progettare un ospedale di 700 posti. Una dimensione giudicata esagerata per un ospedale territoriale dalla letteratura scientifica e da Umberto Veronesi dalle cui proposte di rinnovamento della rete ospedaliera sembra che il dirigente della sanità regionale, dr. Carmine Ruta, abbia preso ispirazione. La dimensione ottimale per rendere un ospedale efficiente ed economico infatti contemplata fra i 250 e i 400 posti. Come il dr. Tiziano Carradori, direttore degli ospedali riuniti di Ravenna, già ebbe a dire in una passata conferenza organizzata dal comitato in difesa del S. Croce. E allora sarebbe meglio e più economico progettare due distinti ospedali che posti negli attuali snodi viari di Chiaruccia e Villa Fastiggi renderebbero più facilmente accessibile il loro servizio agli utenti delle vallate del Metauro e Cesano per Fano e della vallata del Foglia per Pesaro. Ospedali che svalicano il tetto dei 400 posti sono quelli cosiddetti Hub come quello di Torrette di Ancona che svolgendo anche funzione di didattica e ricerca universitaria e ospitando le alte specialità come cardiochirurgia, neurochirurgia, trapianti d’organo, rispondono a bacini più vasti di quelli provinciali per assicurarsi una casistica che ne assicuri l’efficienza, la qualificazione e la razionalità di spesa. E quindi è proprio per non essere campanilisti ed  entrare in un inutile rivalità con Ancona, che non ha senso progettare un unico ospedale in Provincia. Rispettando la storia  e la dignità delle due città, senza creare una umiliante gerarchia e senza dar corda a quell’incubo di città metropolitana in cui qualcuno immagina di fondere i due abitati. Non è più epoca di concentrazione urbana, men che meno nelle Marche che hanno come valore e caratteristica il disegno antropico dei “mille borghi”. Nella vicina Umbria, al nostro confine, dal 2004 al 2008, è stato realizzato il nuovo ospedale di Branca che serve gli 80.000 abitanti sparsi fra Gubbio e Gualdo Tadino, dotato di 200 posti-letto, 5 sale operatorie, le più moderne tecnologie è costato 37,8 mln di euro; non è difficile pensare che i 130 mln su cui Mezzolani spera di poter mettere le mani possano servire a entrambe le città.

Antonio Colucci, rappresentante per Fano 5 stelle nel coordinamento in difesa dell’ospedale S. Croce

 

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