Mentre il nostro sindaco corre dietro ai “materassi” di Minardi, in una sterile polemica sulla pulizia della zona “Bersaglio” di Fano, mercoledi sera, in consiglio comunale, verranno sfilati sotto il naso dei fanesi, tre immobili commerciali nel pieno centro di Fano. Ci riferiamo alle intenzioni di questa giunta di mettere all’asta alcuni spazi commerciali nei Palazzi Gabuccini e Baldelli. Il tutto per coprire in parte la falla delle minori entrate per 700.000 euro da parte dello Stato e del milione e seicentomila euro derivanti da IMU di aree edificabili, da IMU prima casa e da oneri di urbanizzazione non versati. Tra calcoli errati e crisi che attanaglia il mondo dell’edilizia, il Comune si trova in braghe di tela. E cosa fa? Vende gli oggetti più preziosi. Ma lo fa anche in modo scriteriato. Ecco il perché: la vendita dei tre immobili dovrebbe portare nelle casse comunali circa un milione e seicentomila euro. Ma quanto prende d’affitto il Comune attualmente per i tre spazi? Ben 110.000 euro all’anno. Vale a dire, in 15 anni recupera il prezzo di vendita. E’ una mossa conveniente? Certamente si, per chi amministra la città in questo anno. Per le necessità immediate, affinchè faccia bella figura dicendo che il bilancio annuale è a posto. Ma il bilancio patrimoniale e del futuro della città dove lo mettiamo? Nel lungo periodo la città avrà una perdita. Inoltre, in questo modo viene a mancare un quarto degli introiti degli affitti attivi del Comune. Ci è stato risposto che comunque questo mancato incasso annuale verrà compensato da una quota di risparmio di circa 50.000 euro di affitti passivi. Vale a dire, alcuni uffici del comune situati in stabili di privati, per cui si paga un affitto, verranno spostati in stabili comunali. Ma questo può giustificare la svendita di un patrimonio che rendeva denaro alla città? La diminuzione degli affitti passivi è un’azione virtuosa che deve essere sempre perseguita, a prescindere da eventuali debiti di bilancio. Un’azione positiva non può compensare la realizzazione cosciente di un’azione negativa. Questa nostra città non può più permettersi di sottostare ancora a una politica miope, che guarda la punta delle proprie scarpe e non va oltre. Per coprire un bilancio comunale con tante falle, non basta congelare le spese, come ha fatto ad oggi questa amministrazione. Occorre tagliarle. E occorre redigere progetti per una città migliore, in modo da essere pronti per sfruttare bandi e finanziamenti europei o regionali. Le città a noi vicine stanno facendo sviluppare la propria città, anche in periodo di crisi. Noi, a Fano, siamo all’anno zero.