Abbiamo pensato a questo strumento previsto dallo statuto comunale e finora, che io sappia mai utilizzato, per avere una misura della opinione popolare attorno alla questione dell’ospedale unico. Noi crediamo sia maggioritaria fra i fanesi e anche fra i cittadini dell’intera vallata del Metauro, così come quella del Cesano, un’opinione contraria al progetto di ospedale unico in sostituzione dei due attuali nosocomi delle limitrofe città costiere della nostra provincia. Si era parlato di fare un referendum che sancisse la volontà popolare, ma risulta dfficile trovare un quesito che sia ammissibile. La decisione di fare un nuovo ospedale e vendere quelli attuali è stata una decisione maturata sulla testa dei cittadini. I programmi elettorali del centro-destra e centro-sinistra contemplavano tutt’altro overossia il mantenimento delle attuali strutture ospedaliere e semmai il loro aggiornamento. Quindi è stata tradita la fiducia dei propri elettori e probabilmente è stato deliberatamente detta una cosa quando già se ne preparava un’altra. Riunire i due ospedali in un’unica azienda doveva portare ad una razionalizzazione dei servizi offerti e risparmiare risorse da destinare alle strutture territoriali. L’alleggerimento degli ospedali, il modello “lean” appunto comporta che questi si liberino di quelle funzioni improprie che potrebbero essere assolte dai presidi di base sul territorio. Ma a tuttora ci sembra un processo tutto in essere e poco avvertibile nei vantaggi dalla popolazione.
Sulla questione ospedale nuovo siamo sempre più perplessi, ma sicuri comunque si stia mascherando l’assoluta mancanza di novità sul piano organizzativo e sui risparmi che la fusione in un’unica azienda dei due ospedali cittadini doveva dare. I doppioni ci sono ancora e l’offerta dei servizi non si è arricchita significativamente. Ci chiediamo poi cosa possa significare organizzare i 2 ospedali in un’azienda scissa dal territorio visto che mancano e mancheranno ciò che è indispensabile per essere azienda sanitaria vale a dire le alte specialità che sono e resteranno appannaggio del centro regionale di Torrette di Ancona. Se il mandato conferito all’ipotizzato ospedale unico è quello di essere un nodo provinciale a non una struttura ad alta complessità perchè allora non coordinarsi anche con l’ospedale di Urbino all’interno dell’area vasta anzichè stabilire con essa un rapporto fra erogatore di prestazioni e corrispondente consumatore? Questa contraddizione fra volersi azienda sanitaria e uniformarsi invece al mandato regionale si paga anche rispetto alle dimensioni del progettato nuovo contenitore ospedaliero che per rispondere da solo al parametro ancor più virtuale rispetto all’attuale di 3,3 posti/letto ogni 1000 ab. e cioè di 2,5 p/l x 1000ab. dovrebbe attrezzarne 700 quando invece le opinioni degli esperti del settore valutala dimensione ottimale non oltre i 400 p/l come infatti avevano previsto all’inizio. Noi quindi a tal proposito ribadiamo che non si possa pensare per i 2 attuali bacini di utenza ad un unico presidio, seppur nuovo. La cosidetta mobilità passiva verso la vicina Romagna è più alta naturalmente verso confine e non si farebbe altro che motivarla ulteriormente spostando il servizio silla costa e al centro delle due città. Riguardo ai piccoli ospedali dell’entroterra che si vuole ridimensionare per quello che riguarda l’attività rivolta agli acuti allargando invece l’accoglienza per i lungo-degenti, c’è da dire che bisogna in qualche modo raassicurare quella popolazione che in caso di emergenza è troppo distante dai presidi ubicati sulla costa. La nuova delibera regionale 784 non contempla più ad esempio presidi di pronto intervento h24 che una soluzione a tale proccupazione la darebbe. C’è da riportare a tal proposito il caso dell’ospedale di Novafeltria che finchè è stato marchigiano era destinato a chiusura e una volta diventato romagnolo è rinato a nuova vita e si appresta a ricevere nuovi investimenti. Insomma un altro modo di fare organizzazione sanitaria è possibile, l’avevamo già detto.
Tutti sono invitati a venire a firmare presso i banchetti che terremo ogni sabato mattina e al pomeriggio in Corso Matteotti davanti a palazzo Gabuccini. Nei prossimi giorni ci organizzeremo per raccogliere le firme anche di mercoledì e anche nei pressi dell’ingresso dell’Ospedale di Fano.
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Antonio Colucci (primo firmatario) 27/09/2012