comune-carifanoIn data 21 novembre 2012 su tutti i giornali locali i rappresentanti del Comune, tra cui l’assessore Santorelli, e la Carifano ci hanno informato che è stato firmato un accordo per la cessione alla suddetta banca delle somme dovute da parte del Comune ai creditori che hanno svolto lavori per l’Ente pubblico stesso. In pratica le ditte che hanno lavorato per il Comune avrebbero incassato i soldi, grazie all’intervento sostitutivo della Carifano. Ma dopo questo annuncio, la domanda nasce spontanea :  “Quando mai una banca anticipa i soldi senza chiedere alcunché in cambio?”

Allora il 26 novembre abbiamo chiesto al Comune una copia della convenzione presentata in “pompa magna” con una conferenza stampa congiunta tra Carifano e Comune

Il 18 dicembre 2012 riceviamo la risposta:  “IN RIFERIMENTO ALLA VOSTRA RICHIESTA SI COMUNICA CHE NON è STATA SOTTOSCRITTA ALCUNA CONVENZIONE TRA COMUNE E CARIFANO IN QUANTO è STATA DATA PUBBLICITA’ AD UNO STRUMENTO FINANZIARIO PREVISTO NORMATIVAMENTE DAL D.M. 25.06.2012 E AL QUALE L’ISTITUTO TESORIERE HA DATO LA DISPONABILITA’ AD ADERIRE.”

Cosa significa tutto ciò? Il D.M. in questione concretizza un’operazione che gli Istituti di credito riservano ai propri clienti, qualora questi vantino crediti nei confronti delle Regioni e degli Enti locali, soggetti al patto di stabilità interno. La banca,  una volta estinto il credito grazie al pagamento dell’importo alla ditta, subentra in toto quale nuovo creditore dell’Ente, al posto della ditta stessa. Per usufruire di tale vantaggio, la ditta deve predisporre una Istanza da inoltrare all’Ufficio ragioneria del Comune. Quest’ultimo, verificata positivamente la situazione dei crediti, procede a redigere, entro 60 giorni dalla ricezione dell’Istanza, uno specifico documento con il quale conferma che il credito è certo, liquido ed esigibile, in modo da dare garanzia alla Banca.

Da qui si capisce che il Comune ha solo l’obbligo di certificare o meno il credito. Non è richiesto nessun accordo con banche o con altri istituti finanziari.

Allora nasce spontanea una domanda: si è voluto dare pubblicità allo strumento finanziario regolato da normativa nazionale o all’Istituto finanziario?

La risposta è lapalissiana

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