zuccherificio 2Possiamo affermare una certezza. Ieri in Consiglio Comunale i cittadini hanno visto uno spettacolo non certo edificante della politica.

Di fronte alla richiesta del Pd di anticipare la discussione della variante dell’ex zuccherificio, rispetto alla mozione popolare sull’ospedale unico, Fano a Cinque Stelle si è astenuto (cosa che ovviamente non ha nulla a che fare col giudizio in merito alla variante, e non è stato certo un voto “contro”, ma solo un’astensione riguardo al momento in cui discutere la cosa). Il motivo è semplice: la mozione popolare firmata da oltre 1250 cittadini fanesi aveva la stessa importanza e dignità democratica della discussione della variante dell’ex zuccherificio.

Vogliamo anzi segnalare che ci avrebbe fatto piacere che i tutti i cittadini interessati alla questione “variante ex zuccherificio” si fermassero ad ascoltare la discussione a cui erano interessati i cittadini firmatari della “mozione sull’ospedale”. Questa mozione infatti avrebbe dovuto essere discussa già prima delle elezioni, ma è stata strategicamente rinviata, perché argomento scomodo, a dopo le elezioni Nazionali. Tra l’altro, grazie alla maggioranza, è stato reso inutile sia il voto a favore che la decisione di astenersi per l’anticipazione della discussione della variante.

Se i commercianti se la dovessero prendere con qualcuno, sarebbe giusto che lo facessero con i veri responsabili, i consiglieri comunali di “maggioranza”. Ma se la potrebbero pure prendere con il PD che ha presentato 12 emendamenti. Con una discussione di 3 ore e mezza per trattare gli argomenti esposti in più, prima di svolgere il dibattito finale al testo della variante, il cuore del problema.

Avremmo iniziato la discussione generale (quello che conta, dove ogni consigliere ha messo la faccia sulla questione cruciale) alle 23.00, quando ancora moltissimi commercianti erano presenti. Ci chiediamo: come si fa a proporre 12 emendamenti su una questione talmente abominevole da potere essere solo rigettata in toto? Non ha infatti alcun senso proporre modifiche a un testo irricevibile nelle sue fondamenta.

Cosa fare ora per fermare questa variante e ridiscuterla in modo trasparente e partecipato da parte dei cittadini e delle associazione coinvolte? Proponiamo alla cittadinanza e ai commercianti la realizzazione di un referendum abrogativo, come previsto dallo statuto comunale, sulla variante. Un passo importante affinché la cittadinanza possa essere informata fino in fondo e possa decidere direttamente del suo futuro. Noi ci siamo. Chi vuole darci una mano?

6 commenti a “ASTENERSI… PERDITEMPO”
  1. Ciao Hadar ho resistito sino alle 02:00 ma poi ho dovuto abbandonare l’aula per affrontare la sveglia del mattino di li a breve,quindi Sono pronto alla raccolta delle firme.
    Dacci le armi per difenderci
    Ciao

  2. hadar pronti per qualsiasi battaglia si voglia intraprendere per la nostra amata città, e sopratutto contro chi oggi ha deciso in maniera sbagliata le sorti di Fano

  3. ciao Hadar io non ero presente ma come dice andrea siamo pronti .
    Come nei riguardi dell’ospedale unico, ti voglio ricordare che io ci lavoro quindi frequento tutte tre le strutture.
    un saluto

  4. Dovreste mettere i tempi per queste raccolte firme e referendum… se il testo era irricevibile, ci si poteva muovere appena si era letto, invece di aspettare i 12 emendamenti. Un po’ di lungimiranza e previsione in politica aiuta, si evita di dover agire alla disperata in situazioni di emergenza. E comunque avete un po’ stufato a sottolineare sempre, con chi dovremmo prendercela. Sinceramente a dare contro sono tutti bravi e tutti pronti… ma quando si tratta di proporre… mi pare ic sia proprio un vuoto.

  5. Allora non sapete farvi ascoltare. Io non credo che siano state fatte con convizione forse con un po’ di presunzione senza tenere conto della effettiva situazione del Comune. Buon lavoro ma smettete di puntare il dito e cercare le colpe, i cambiamenti si fanno con la collaborazione su proposte concrete. Da soli non si fa niente.

  6. a Cinzia
    i concetti da Lei espressi sono condivisibili, perché ragionevoli. Spero solo che quando parla di collaborazione su proposte concrete non alluda alla famigerata concertazione, fonte di compromessi spesso indicibili e non certo a vantaggio della Comunità.

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