L’assessore alla sanità del Comune di Fano, Davide Del Vecchio, si autoelogia per aver salvato il nostro ospedale cittadino “S. Croce” dal destino a cui l’avrebbe costretto il decreto Balduzzi, retrocedere al ruolo di ospedale di base, come tale decreto prevede per gli ospedali al servizio di un bacino di utenza sotto i 150.000 abitanti. Categoria che non prevede la presenza di specialità come traumatologia, ostetricia, rianimazione, cardiologia e altri. Chissà perchè nessuno ricorda mai che lo stesso destino sarebbe toccato a quelli di Pesaro, “S. Salvatore” e “Muraglia”, che avevano come Fano lo stesso bacino di utenza (140.000 su 9 Comuni, Fano 136.000 su 22 Comuni) e che senza l’integrazione con il nostro nosocomio, mai e poi mai, avrebbero potuto continuare ad essere Azienda Sanitaria. La lungimiranza l’hanno avuta prima i pesaresi, i nostri amministratori locali semmai si sono prestati. La mozione popolare non metteva comunque in discussione l’integrazione fra i 2 ospedali, chi come Del Vecchio ci imputa questo lo fa per mistificare e assolversi, noi semmai auspichiamo che questa si possa estendere a tutti i nosocomi della provincia sotto l’unica regia dell’Area Vasta, senza necessità di un’azienda a parte come Marche Nord che riduce il territorio al ruolo di committente dei suoi servizi. Il progetto di ospedale unico per la provincia sta facendo chiudere tutti i presidi dell’entroterra e in futuro non è detto che non minacci anche Urbino. E tale prospettiva ha scatenato diversi malumori nella stessa maggioranza politica che la sostiene. L’idea di costruire un nuovo ospedale sulla costa a scapito di tutto il resto non si inserisce, ma contrasta con quella di una medicina diffusa, di prossimità, come fanno nella vicina Romagna, che riesce a rispondere alla domanda di salute anche dei nostri cittadini. Costruire un nuovo ospedale non è sbagliato di per sè, lo è credere che per fare buona sanità basti quello, eludendo il necessario cambiamento di paradigma, quello che promuove un’organizzazione sanitaria che metta al centro il cittadino-utente coi suoi bisogni e non le mire affaristiche di chi sulla principale spesa pubblica, che è quella sanitaria, ha costruito le sue fortune e il suo potere. Il policlinico Sant’Orsola di Bologna, leader nei trapianti come in altre specialità nel nostro paese, è ospitato in un edificio forse anche più vecchio del nostro, che è stato più volte ampliato e rimodernato. Certo se i lavori del nuovo ospedale fossero affidati alla stessa regia che ha progettato quelli del pronto soccorso del S. Croce, all’inizio del 2000, allora possiamo dormire sonni tranquilli…
ma mi sapete dire come mai a Mondolfo si sta spendendo un milione di euro per trasformare il vecchio ospedale Bartolini chiuso tanti anni fa concentrando su Fano i servizi ed ora trasformato in” casa della salute Bartolini” ?????In base a quali programmi e previsioni si fanno questi lavori ????E poi perche’si parla di Area Vasta e di Marche Nord,in pratica due enti che non mi e’chiaro il perche’della loro esistenza.Non possono essere unificati e razionalizzati i loro interventi ???Sarebbe il caso che M5S pubblicizzasse adeguatamente programmi,costi e benefici della sanita’dell’area Fano-Pesarese con particolare interesse alle aree ValMetauro e ValCesano.