A sentirli parlare i politici fanesi ultimamente sono diventati tutti grillini. Un giorno sì e un giorno no vanno sui giornali a parlar di trasparenza, meritocrazie e a promettere di ridurre poltrone e tagliare sprechi. Peccato poi che dalle parole, ormai lo sanno anche i bambini, non si passi mai ai fatti. Giusto a titolo di esempio basta citare la fusione fantasma tra Aset holding e Aset Spa, l’ennesima telenovela fanese sulla quale si dovrebbe ridere se non ci fosse in realtà da piangere. Da anni noi di F5S ci battiamo, completamente inascoltati, per la fusione delle due società e l’eliminazione dei due consigli di amministrazione, quali organi costosi e inutili. Se così avessimo fatto, negli ultimi 10 anni avremmo risparmiato molte centinaia di migliaia di euro. Invece non è cambiato niente, e di rinvio in rinvio siamo quasi certi che non cambierà niente neanche in futuro. D’altronde a pensar male si fa peccato, ma chiedere a un qualunque politico di tagliarsi una poltrona è come illudersi di far mangiare aglio a un vampiro. Basta scorgere l’elenco dei componenti del consiglio d’amministrazione delle due società per rendersi conto esso sia composto in larga parte da personaggi che non appaiono distanti dal piccolo mondo della politica fanese, quali ad esempio un ex assessore della giunta Aguzzi e un ex consigliere provinciale del centrodestra, entrambi momentaneamente senza poltrona, essendosi presentati senza successo alcuno alle ultime comunali. Inoltre è notizia di questi giorni che Nicusanti Mauro, consigliere comunale eletto nelle fila della lista civica la Tua Fano, ha deciso di dimettersi dal consiglio comunale (alla faccia dell’impegno preso con i suoi elettori) per andare ad occupare una comoda e ben retribuita poltrona nel consiglio di amministrazione dell’AMI, l’azienda di trasporto provinciale, di cui il Comune di Fano è uno dei principali azionisti. A che ci risulta, Nicusanti si è dimesso dalla magra poltrona del consiglio comunale solo dopo essere ben sicuro d’averne pronta un’altra, che porterà nel suo conto in banca circa 18.500 euro annuali.
Nel nostro piccolo, abbiamo anche votato contro, in consiglio comunale, un emendamento che ha reso possibile, per i politici trombati o con incarichi direttivi nei partiti, di riciclarsi nel consiglio d’amministrazione di qualche società partecipata. Inutile dire che hanno votato a favore, uniti come un sol uomo, tutti gli altri partiti di minoranza e maggioranza. La morale è ormai fin troppo chiara, la moltiplicazione delle poltrone e degli stipendi, al di là delle affermazioni di facciata, sta benissimo a tutti, salvo a noi, ovviamente. Perché, con le centinaia di migliaia di euro che si sarebbero ormai risparmiati ci sarebbe stato modo di dare sostegno a molte famiglie in difficoltà.