Un altro aspetto della recente riforma sanitaria regionale è la sostanziale decurtazione, per la nostra provincia pesarese, di 2 ambulanze medicalizzate. Vengono meno quella di Marotta (che fa spesso da ausiliaria per Fano quando le altre sono già impegnate) e una fra le due a disposizione fra Urbania e Urbino. Non si penalizza quindi solo l’accoglienza ospedaliera ma anche la rete emergenziale del 118. Viene istituita un’ambulanza jolly che supporti le prossime “Case della Salute”, ma certo questa non può essere compensativa del taglio subito per la nostra provincia. Mentre tutte le altre province vengono dotate di un numero di ambulanze maggiore rispetto alla stima delle necessità fatta dalla stessa Regione. Come Ancona che ne riceve 28 su una stima di 19. Se poi l’ambulanza jolly è aggiuntiva al sistema ed è a supporto delle case della salute, dovrebbe essere localizzata centralmente rispetto le stesse che sono a Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro. Nella delibera regionale si introduce una norma che consente di arrivare nei tempi stabiliti sul luogo di emergenza al primo mezzo disponibile, che potrebbe anche essere un’ambulanza senza medico a bordo. Questo consentirebbe di aggirare il problema ricorrendo anche ai mezzi di soccorso volontario che devono essere di supporto e non agire in prima istanza. Mentre si riduce la distribuzione sul territorio dell’offerta ospedaliera si vorrebbe che i mezzi di soccorso e i tempi per arrivare al primo nosocomio disponibile fossero garantiti, ma così non sembra essere. Un altro motivo di seria riflessione su questa riforma sanitaria regionale.
Gruppo lavoro “Sanità”