Da alcune settimane la giunta Aguzzi ha dichiarato guerra agli inquinatori dell’Arzilla. Peccato che la tanto pubblicizzata “tolleranza zero” non abbia, ad oggi, prodotto il ben minimo risultato. Nonostante i toni da sceriffo texano assunti dal giovane assessore Serfilippi, gli accertamenti pubblicizzati in pompa magna nel mese scorso non hanno ancora portato a nessun risultato. Infatti, nonostante l’Arpam abbia identificato ben due scarichi fuori legge (uno all’angolo tra via Madonna Mare via Verdi e l’altro nei pressi di ponte Mimmo), il Comune non ha fatto assolutamente nulla per farli chiudere, neanche una multicina piccola piccola. Agli atti non c’è traccia alcuna che siano state avviate indagini volte a rintracciare i responsabili.
Come al solito, tanto rumore per nulla. L’importante è farsi pubblicità sulle spalle dei fanesi.
D’altronde non stupisce se Sefilippi ha impiegato ben tre anni per scoprire ciò che tutti i fanesi sanno da una vita, ossia che l’Arzilla è inquinata. Andando avanti di questo passo, per venire a capo del problema, non impiegherà meno di un paio di lustri, con le conseguenza che ormai tutti conosciamo sulla balneabilità della costa fanese e i connessi rischi di non riuscire a confermare la bandiera blu già dal prossimo anno, con i danni economici e occupazionali che ne deriverebbero.
Tra l’altro, nonostante l’ARPAM si sia resa disponibile ad effettuare analisi, anche giornaliere, del tratto di mare antistante la foce del torrente, il Comune, a quanto pare, non ne ha fatto richiesta, accontentandosi di analisi una tantum (5 e 26 agosto). Nonostante sappia benissimo che nell’Arzilla ci siano scarichi d Escherichia Coli superiori ai valori massimi ammissibili. Inoltre in questo lasso di tempo ci sono state piogge, come il 10, 14 e 20 agosto, che possono aver portato un’eccedenza di batteri in mare. Cosa che è avvenuta il 14 agosto presso la Gimarra e Sassonia Sud, dove si sono fatte le analisi e dove è stato ordinato il divieto di balneazione. Mentre, in assenza di analisi, non è dato sapere se in quei giorni le acque dell’Arzilla fossero idonee alla balneazione oppure no. Ma si sa, meglio non rovinare l’ “arzilla” settimana ferragostana .
Pare quindi logico concludere che questa giunta sia più interessata a farsi pubblicità sui giornali, piuttosto che salvaguardare la salute dei cittadini. Inutile dire che costringeremo il sindaco a rispondere dei suoi ingiustificabili ritardi in consiglio comunale, attraverso un’interrogazione. Ai cittadini non resta che attendere il momento in cui l’assessore Serfilippi berrà davanti alle telecamere un sorso d’acqua del torrente Arzilla, come quel deputato giapponese che ha sorseggiato l’acqua di Fukushima.