Il 30 settembre, chi guida la città ha perso un’occasione. Invece di andare in TV a giustificare i mancati investimenti dando la colpa al patto di stabilità, il primo cittadino farebbe bene a rimboccarsi le maniche.
E’ stata sufficiente la mancata adozione di una semplice delibera, peraltro priva di qualunque impegno di spesa, a far sì che il Comune di Fano abbia perso l’opportunità di partecipare alla sperimentazione dell’armonizzazione dei sistemi contabili e di bilancio degli enti locali, prevista dall’articolo 36 del D.Lgs 23 giugno 2011, n. 118 come modificato dall’art. 9 del D.Lgs. n. 102.
Cosa significa in pratica? Si trattava di entrare a far parte del cosiddetto “ARCONET” (sistema di contabilità gestito dal MEF) al fine di ottenere benefici sia per gli aspetti che incidono sul sistema informativo-contabile, che finanziari.
Tutto ciò avrebbe offerto un grande incentivo in termini di patto di stabilità oltre ad un allentamento dei vincoli in materia di assunzioni. L’adesione alla sperimentazione avrebbe consentito di far fronte con maggiore tempestività alle obbligazioni nascenti dai contratti di appalto, a beneficio delle imprese e, correlativamente, avrebbe ridotto il rischio di addebito degli interessi moratori per ritardati pagamenti.
Tutto ciò non toglie che comunque il Comune di Fano, a far data dal 01/01/2015, è comunque costretto ad adeguarsi alla nuova normativa di bilancio.
Cosa dire? Davanti a un Sindaco che piange un giorno sì e l’altro pure maledicendo il patto di stabilità, si scopre che altri Comuni (solo per citare i più vicini: Fermo, Falconara, Cattolica) si attivano per superare, in parte, la difficoltà. Le lacrime del Sindaco fanese assumono sempre più, a questo punto, le fattezze di quelle di un coccodrillo.