martaCome al solito Carloni parla pensando di vivere in un paese di smemorati e forte di questa convinzione si erge addirittura a unico paladino della verità, nonché unico difensore della cittadinanza contro il malaffare e la mala politica.

Purtroppo per lui le cose non stanno così. Noi abbiamo una memoria molto lunga e ci ricordiamo molto bene di come sono andate le cose quando, a marzo del 2013, il M5S denunciò strane manovre nell’affare ex-zuccherificio: la costruzione di un palazzetto dello sport come opera compensatoria della variante dell’ex zuccherificio era condizione dirimente per il PDL, al quale Carloni era legato mani e piedi, per l’approvazione della variante stessa. Ma dopo il ridimensionamento del progetto da parte della Provincia, la società Madonna Ponte (proprietaria dell’area) rinunciò alla realizzazione del Palasport. Il PDL andò su tutte le furie, tanto che, proprio a marzo 2013, la Fondazione Carifano annunciò la realizzazione del Palasport in zona Chiaruccia e il PDL aprì le porte alla votazione favorevole alla variante. Bene, in quell’occasione il M5S criticò aspramente l’intervento della Fondazione Carifano, in persona del suo Presidente, Ing. Fabio Tombari, in qualità di progettista e socio della società Madonna Ponte e, contemporaneamente, in veste di presidente della Fondazione Carifano (ente con funzione pubblica e finalità sociale). Dov’era allora Carloni e che posizione prese? Presto detto. Da parte sua, dei partiti della sua coalizione e del PD, che fingeva di fare opposizione, ci fu l’assoluto silenzio col quale questi signori tentavano di coprire tutta l’operazione.

Quando a settembre 2013, in consiglio comunale, il M5S e Bene Comune dissero che la Fondazione doveva svalutare, perché 42 milioni di Euro non li avrebbe visti più o comunque sarebbero stati fortemente ridotti, Tombari negò questo fatto, oggi realizzatosi. E cosa dissero destra e sinistra? Si associarono ossequiosi in religioso silenzio, compresi i consiglieri comunali di Carloni.

Lo stesso silenzio col quale ora tentano di coprire l’accordo che probabilmente unisce sotto banco Carloni e il PD, attraverso Federico Valentini, per dare l’assalto ai posti chiave della nostra città, ossia la poltrona di sindaco e quella di Presidente della Fondazione Carifano. Noi, se fossimo nei panni di Seri, saremmo preoccupati. E se Carloni, come prevedibile, non diventerà sindaco, perché sarà il M5S a sparigliare le carte e ad aggiudicarsi la competizione elettorale, lo scenario è ugualmente delineato: l’ipotetico accordo assicurerà allo stesso Carloni, ormai bruciato sulla scena politica, una nuova elezione in Consiglio Regionale nel 2015, sotto l’ala protettrice del PD.

Quindi, caro Carloni, il M5S di Fano, anche se la vorrebbe più democratica e partecipata, e con una guida che svolga ruoli che non rischino di entrare in conflitto, vuole difendere la Fondazione Carifano come istituzione, (e non l’Ing. Fabio Tombari) dagli attacchi e dagli intrighi della vecchia politica, qui degnamente rappresentata da Lei e dal PD e la sua excusatio non petita  non trae in inganno nessuno.

Marta Ruggeri

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