Due nomine ai vertici delle Aset fanesi. Due donne, bene. Ma è la nomina della Capodagli che ci preoccupa di più, alla guida di Aset spa. Quasi si volesse, in modo soft, preparare il terreno alla sua privatizzazione. Ci sono tre elementi importanti che ce lo fanno pensare.
Da ultimo, in ordine temporale ma non di importanza, le parole di Seri alla festa dell’Unità a Pesaro il 29 agosto “La mia ottica è quella di collaborare con i Comuni vicini vista la durezza del periodo per le amministrazioni, individuando strategie comuni che guardino alla razionalizzazione dei servizi.” Vicino abbiamo Pesaro. Razionalizzazione dei servizi? Solitamente significa mettere insieme diverse realtà sotto un’unica forma. Seri punta ad ampliare il servizio di Aset pubblica ad altri comuni o a farsi inglobare da Pesaro sotto Marche Multiservizi?
Con la spending review e il decreto “Sblocca Italia”, si impone un unico gestore in ciascun ambito territoriale e si individuano, in pratica, nelle grandi aziende e multiutilities (di cui molte sono quotate in borsa) i poli aggregativi. Quale migliore occasione per vendere qualche ramo importante di Aset a Marchemultiservizi, in modo da fare cassa e aggirare così il patto di stabilità?
Ma cerchiamo anche di capire chi è Lucia Capodagli. Da una breve ricerca su internet si evince che è una donna dell’universo del centrosinistra, ha fatto parte nel 2011 della dirigenza Area Economia e Lavoro di quel PD provinciale di Ricci e Ucchielli, legati mani e piedi a MarcheMultiservizi. Ma è anche donna impegnata nel settore delle relazioni esterne nell’azienda Valmex di Lucrezia di Cartoceto, collegata all’attività della MVM (settore metalmeccanico), come membro del CdA nella MVM, che ha centinaia di dipendenti; Presidente dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda; componente della giunta della Confindustria di Pesaro Urbino; componente dell’assemblea dei soci della Fondazione Carifano; membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università Tor Vergata 2.
Ora sorgono due domande importanti? Come può Lucia Capodagli, legata al PD provinciale e impegnata nell’associazionismo confindustriale e nell’attività aziendale privata, essere garante del mantenimento della gestione pubblica di Aset? Non è, invece, la figura ideale per poter traghettare alcuni rami di Aset spa verso la privatizzazione, nelle braccia della solerte Marche Multiservizi, lasciando i residuali asset societari per la fusione con Aset Holding? Ottenendo così una nuova Aset molto più indebolita e agonizzante.
Tre indizi, si dice, fanno una prova. Razionalizzare i servizi, decreto “Sblocca Italia”, un’imprenditrice con una cultura privatistica delle aziende. Il terreno è pronto per la vendita di Aset o di una sua cospicua parte? Non vorremmo che i timori dei cittadini fanesi si concretizzassero in breve tempo. Alla faccia delle promesse elettorali di Seri.