In questi giorni si sta discutendo in Senato la riforma della giustizia civile (DL 132/2014), sul cui provvedimento è stato nuovamente posta la fiducia da parte del Governo. In questo testo si sarebbe potuta inserire la norma per ridurre i tempi del divorzio da tre anni a 1 anno (nel caso di separazione giudiziale) e da tre anni a sei mesi (nel caso di separazione consensuale), il cosiddetto “divorzio breve”.
L’introduzione nel nostro ordinamento del divorzio breve é condiviso dal Gruppo Parlamentare del M5S, ed é stato anche fortemente voluto dall’Onorevole Alessandra Moretti (del PD), la quale è stata anche relatrice del Disegno di Legge.
Ricorderete le svariate apparizioni della Moretti in tutti i programmi televisivi, radiofonici, giornali, riviste, talk show, e altro dove da una parte sbandierava il merito del successo che si apprestava ad ottenere e dall’altro stigmatizzava le lentezze del Senato nel licenziare la norma, già approvata alla Camera. Solo a titolo d’esempio, la Moretti all’inizio del mese di ottobre (fonte: la Repubblica, 2.10.14), affermava che la responsabilità per la mancata approvazione del divorzio breve, sarebbe da attribuirsi alla “palude” del Senato dove si sarebbe “impantanata” la (sua) Riforma.
Secondo la Moretti, dunque, le responsabilità sarebbero tutte del Senato, dove tutto si ferma e tutto diviene inutile. Senato che a maggior ragione merita, dunque, l’abolizione. Ma cara Moretti, lo sa che in sede di votazione in Senato, é stato proprio il “suo” PD ad aver fatto marcia indietro votando contro un emendamento (il n. 6.3), e ritirandone un altro (l’emendamento n. 10.0.03), che avrebbero consentito l’introduzione nel nostro ordinamento proprio del divorzio breve, da Lei tanto voluto? E tutto questo per adempiere alle richieste del gruppo parlamentare NCD di Giovanardi, i cui voti sono indispensabili per le sorti del PD?
Adesso On. Moretti dovrebbe andare nelle televisioni, che Lei bene conosce, e dire la verità ai cittadini italiani.
Dire, se ha il coraggio di farlo, di essere stata sconfessata dal Suo stesso partito che non solo non ha tenuto conto della Sua proposta, ma non ha neanche consentito alla Commissione di esprimersi tramite votazione sul divorzio breve.
Abbia il coraggio di farlo. Diversamente, per coerenza, si dimetta.
Nel frattempo, grazie al “Suo” PD, i tempi del divorzio in Italia resteranno purtroppo invariati.
Commissione Giustizia M5S Senato