SAIPEM: FORSE I CITTADINI FANESI NON SI IMMAGINANO…

SAIPEMLa sede di Fano della SAIPEM, derivante dall’incorporazione di SNAMPROGETTI, è un centro di eccellenza formidabile di progettazione al servizio del gruppo ENI, con oltre 1.000 impiegati tra ingegneri, geologi ed altri lavoratori altamente qualificati. Importantissimo è inoltre l’indotto creato nel territorio provinciale, formato di piccole e medie imprese altamente qualificate.

Per queste ragioni una delocalizzazione del centro di progettazione di Fano, quale possibile conseguenza della cessione della SAIPEM da parte di ENI ad operatori esteri del settore, porterebbe conseguenze catastrofiche dal punto di vista economico e sociale per tutto il territorio. Una accelerazione del declino della città che stiamo già vivendo per altri motivi ed abbiamo più volte denunciato.

A di là degli inutili ordini del giorno a riguardo del PD in consiglio comunale, delle dichiarazioni di facciata e delle passerelle politiche, strumentali alla prossima campagna elettorale per le regionali, non si ha notizia di un concreto intervento della politica locale, anche vista la sua limitata capacità operativa sulla questione in oggetto. Dai tavoli di confronto organizzati dal nostro Sindaco non è uscita un’azione incisiva, se non qualche comunicato sui giornali.

Un intervento forte nazionale è quello che ci si attende, affinché lavoratori e cittadini siano rassicurati in merito a paletti ben precisi che lo Stato può e deve fissare nell’ambito della ormai probabile cessione a terzi di SAIPEM, essendo lo Stato tra l’altro ancora socio di riferimento di ENI con oltre il 30% delle azioni possedute  attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti.

Mentre noi del Movimento 5 stelle  di Fano faremo visita al presidio dello sciopero dei dipendenti Saipem, per dimostrare la nostra vicinanza a questa importantissima battaglia, Andrea Cecconi, il nostro parlamentare del Movimento cinque stelle, assieme all’azione di altri parlamentari, sta incalzando il Governo affinché giochi fino in fondo il ruolo che gli compete. E’ questa l’unica carta che si può mettere sul banco.

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