C’era una volta un re buono, di nome Spacca che venne informato di quanto versassero in misere condizioni i ricoveri per gli ammalati di 2 valli al confine del regno, la valle del Foglia e la valle del Metauro. Il re Spacca non perse tempo e con l’aiuto del sempre fido principe Mezzolani aprì i suoi forzieri e, nonostante non fossero pieni d’oro, ordinò ai reggenti delle valli, il duca Ricci ed il duca Seri, di distruggere i vecchi ricoveri e farne uno solo. Esso sarebbe stato molto più grande e confortevole, dove ogni suddito ammalato avrebbe trovato finalmente le giuste ed amorevoli cure.
Questa è la favola, ma la realtà è un’altra!
1. Chi governa la sanità?
Principalmente l’Azienda sanitaria unica regionale ASUR e la Regione Marche, guidata dal governatore Spacca e dall’assessore regionale alla sanità Mezzolani.
2. Cosa hanno deciso?
Di costruire un ospedale unico nella provincia di Pesaro e Urbino.
3. Dove faranno l’ospedale unico?
Prima avevano deciso a Fosso Sejore, ma ora Pesaro propone la località Muraglia e Fano propone l’area di Chiaruccia.
4. Con che soldi?
Siccome non ci sono più le risorse statali, si parla di vendere beni pubblici e di rate annuali di svariati milioni di euro per i prossimi 20 anni.
5. A favore di chi?
A favore di privati che incasserebbero canoni mensili per la gestione di servizi non sanitari dell’ospedale.
6. I servizi saranno migliori?
Con i costi di cui si parla per la costruzione del nuovo ospedale verranno ridotti tutti i servizi del territorio.
Non dimentichiamo che è già iniziato lo smantellamento degli ospedali di Cagli, Fossombrone, Sassocorvaro e che sono stati ridotti anche i servizi degli ospedali di Fano e di Pesaro.
7. Ma i sindaci non possono intervenire?
Si, i sindaci potrebbero riunirsi tutti insieme per chiedere alla Regione quanto ci costerebbe esattamente l’ospedale unico e un’analisi che dimostri i vantaggi e gli svantaggi tra la ristrutturazione degli ospedali esistenti e costruirne uno nuovo.
8. C’è un’alternativa?
Si, salvare i nostri attuali ospedali che, se ben organizzati, sono in grado di offrire al territorio sia i servizi essenziali sia alcune specialità ben integrate.
Morale
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