La notizia della temporanea accoglienza di alcuni giovani profughi e non immigrati clandestini, provenienti da vari Paesi africani e asiatici e alloggiati presso una struttura alberghiera al Lido di Fano, ci richiama innanzitutto al senso di responsabilità e solidarietà che dovrebbe contraddistinguerci in quanto cittadini di un Paese che intenda definirsi civile e democratico. Questa iniziativa è finanziata dallo Stato e il Comune di Fano non è stato chiamato a dare un apporto economico. D’altra parte però non può che suscitare in noi alcune perplessità in merito alla gestione politica.
Se infatti è vero che l’accoglienza delle persone che fuggono dalla guerra e da condizioni di vita disumane è un preciso dovere giuridico, prima che morale, annoverato oltretutto tra i principi fondamentali della nostra Costituzione (art.10), si sarebbero dovute prevedere con anticipo, considerando la vocazione turistica del Lido e la prossima apertura della stagione, le preoccupazioni espresse dai commercianti della zona, solo in parte temperate dal fatto che la permanenza dei rifugiati è prevista fino al mese di marzo.
Proprio al fine di evitare queste rimostranze, invece che lavarsene le mani, riteniamo che il Sindaco avrebbe dovuto imporsi con più determinazione sulla Prefettura prendendo in considerazione sistemazioni diverse, come per esempio l’ex Convitto Colonna, che secondo noi coniugherebbe meglio le esigenze di ospitalità e sicurezza necessarie per una buona gestione della problematica. Dalla sindrome di Ponzio Pilato, tuttavia, non è colpito solo Seri, ma anche il suo predecessore Aguzzi, il quale non mostra alcuna remora nel confessare candidamente che, quando venne convocato dal Prefetto per accordarsi sulla questione profughi, dimostrò il suo altissimo senso di responsabilità…disertando le riunioni!
Sicuramente è necessario che venga assicurata la sorveglianza delle persone ospitate, pur sapendo che nei luoghi in cui sono stati accolti finora non hanno creato alcun tipo di problemi. Tuttavia riteniamo che il mezzo più efficace per combattere qualsiasi forma di ostilità e diffidenza generata dalla paura del diverso è la conoscenza: per questo proponiamo che si organizzino al più presto incontri pubblici tra i profughi, il loro carico di tragedia, la loro esperienza umana e la cittadinanza, in primis i residenti e gli operatori commerciali del Lido, per favorire l’integrazione e una serena convivenza. Magari anche con l’aiuto delle associazioni che si occupano già di immigrati (Caritas, Millevoci, ecc.) e che il Comune non ha assolutamente coinvolto. L’immigrazione è un fenomeno vivo e dinamico che cambia nel tempo e così come cambia chi arriva, cambia anche chi accoglie e su questo una Giunta può fare tanto.
D’altra parte auspichiamo anche che il Comune, si attivi per rafforzare le forme più efficaci di assistenza economica e sociale nei confronti dei cittadini fanesi che versano in situazione di estrema difficoltà. Soprattutto riguardo la questione abitativa, se del caso anche operando tagli ad altre voci del bilancio. In modo da scongiurare l’esplosione dell’odio sociale tra soggetti accomunati dalle stesse circostanze di bisogno.
Diciamo SI’ all’accoglienza, ma con intelligenza.