Ogni volta che la tragica condizione in cui ormai da anni si trova il nostro porto sale alla ribalta delle cronache cittadine per il verificarsi di un fatto eclatante, il Sindaco Seri si rimette in moto, corre a lamentarsi ad Ancona lanciando improbabili ultimatum alla Regione, convoca riunioni e tavoli per mostrare di darsi da fare. Peccato che si tratta solo di “comunicazione”, ovvero continuare a illudere i cittadini e gli operatori economici, senza fare nulla di concreto per affrontare il problema alla radice, per poi cessare persino di parlarne non appena si calma la buriana.
Diamo atto al Sindaco che il porto è ormai ridotto ad un pantano a causa della assoluta mancanza di progettualità e di programmazione di tutte le giunte comunali che si sono susseguite negli ultimi 15 anni, ma ci pare che anche questa amministrazione continui nella stessa strada tracciata da quelle precedenti: tante chiacchiere e lamentele nei confronti della Regione, tanto scaricabarile, ma niente fatti concreti, né assunzioni di responsabilità per i dovuti interventi di competenza comunale.
Si, perché se è vero che spetta alla Regione autorizzare gli interventi e contribuire al loro finanziamento, è anche vero che spettano al Comune i lavori di manutenzione del porto, inclusi i dragaggi e la conseguente gestione dei sedimenti. Pertanto se dal 1998, quando è stato soppresso il servizio di escavazione porti del Ministero dei Lavori Pubblici, sono cessati i dragaggi periodici che il porto canale richiede per sua natura, la maggior parte della responsabilità è proprio del Comune, che non ha mai adottato ed attuato un piano di gestione dei sedimenti di scavo adeguato alle esigenze del porto e coerente con i regolamenti ambientali vigenti, come accaduto in molti altri porti canali, in particolare quelli della vicina Romagna.
Non si è mai provveduto ad individuare una zona di immersione a mare idonea, per caratteristiche del fondale, a ricevere i sedimenti meno inquinati (classificati in categoria A), da riservare al servizio del dragaggio del porto di Fano e ora si corre ad elemosinare spazio all’Autorità Portuale di Ancona, che per tempo ha individuato e caratterizzato a sue spese una zona di mare destinata alle sue esigenze.
Lo spazio nella vasca di colmata di Ancona messo a disposizione del comune di Fano con l’accordo di programma del 26.02.2008 è del tutto insufficiente e sarà in gran parte utilizzato per dare destinazione definitiva ai fanghi già dragati e provvisoriamente depositati sulla banchina del porto e nell’area Fantasy Word di Torrette, con una spesa di oltre un milione di Euro solo per il loro trasferimento.
In conclusione, sono stati spesi fin troppi soldi nel rincorrere le emergenze senza risolvere nulla. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i pescatori portano le loro barche a Pesaro e la nautica da diporto è al collasso.
Rossella Accoto – Candidata Consigliera Regione Marche