PIANO COMUNALE EMERGENZA: per Fanesi meno “ego” e più “studio”

cercasiUn piano di emergenza è l’insieme delle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio.

Struttura del piano:

  1. Parte generale: raccoglie tutte le informazioni sulle caratteristiche e sulla struttura del territorio:
  2. Lineamenti della pianificazione: stabiliscono gli obiettivi da conseguire per dare un’adeguata risposta;
  3. Modello d’intervento: assegna le responsabilità decisionali ai vari livelli di comando e controllo, utilizza le risorse in maniera razionale etc….

Quali sono gli obiettivi del piano?

Assegna la responsabilità alle organizzazioni e agli individui per fare azioni specifiche;

descrive come vengono coordinate le azioni e le relazioni fra organizzazioni;

identifica il personale, l’equipaggiamento, le competenze, i fondi e altre risorse disponibili da utilizzare durante le operazioni di risposta.

 

IL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DEVE ESSERE IN CONTINUO AGGIORNAMENTO, DEVE TENER CONTO DELL’EVOLUZIONE DELL’ASSETTO TERRITORIALE E DELLE VARIAZIONI NEGLI SCENARI ATTESI. (DGR 1388 del 21 ottobre 2011)

SITUAZIONE “FANESE/FANESI”:

A fine agosto, abbiamo presentato un’interrogazione a risposta scritta, così come negli altri Comuni dove sono presenti consiglieri 5 stelle, per sapere se:

  • se sono state poste in essere tutte le forme di supporto logistico, di mezzi e di risorse per permettere alla Protezione Civile locale non solo di far fronte agevolmente e con tempestività alle situazioni di emergenza che potrebbero insorgere, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere le emergenze.
  • L’ultima data di aggiornamento del Piano Comunale di Emergenza, la sua collocazione sul sito web ufficiale del Comune di Fano (PU) e le azioni che l’Amministrazione intende intraprendere per darne adeguata pubblicità alla cittadinanza
  • Le azioni adottate, comprese tutte le attività di addestramento, e i corsi organizzati dall’Autorità comunale d’intesa con Prefettura e Regione per la formazione dei componenti della squadra comunale di protezione civile. Ricordiamo che le esercitazioni rappresentano un mezzo fondamentale per garantire l’efficacia del Piano

Nell’interrogazione non si metteva minimamente in dubbio l’esistenza del piano comunale di emergenza, tanto che si ammetteva che, consultando il sito della protezione civile, il Comune di Fano si era dotato del piano di emergenza.

RISPOSTA FANESI

“L’interrogazione del Movimento 5 Stelle è quanto di più inqualificabile, inappropriato e intempestivo si possa fare”. Intervento a gamba tesa dell’assessore alla Protezione Civile del Comune di Fano Cristian Fanesi, dopo che ieri il Movimento 5 Stelle di Fano aveva presentato un’interrogazione per avere lumi sul piano d’emergenza del Comune.

Collegare il terremoto che in questi giorni ha scosso il centro Italia con un terribile bilancio in termini di vittime e danni materiali – scrive Fanesi –  con la richiesta di informazioni in merito al piano comunale di emergenza rappresenta un fatto gravissimo, una speculazione politica prendendo a pretesto il dramma, i lutti, il dolore di gran parte dell’Italia centrale. E’ il segno di come i 5 Stelle intendono l’attività politica, lucrando cioè sulle disgrazie altrui e sulla pelle della gente e in particolare di quelle popolazioni rimaste segnate da un tragico evento”.

“Non si fa un buon servizio alla comunità in questo modo, ma si semina solo preoccupazione e allarmismi ingiustificati oltre che inutili, anche perchè i grillini dovrebbero ben sapere e conoscere che l’Amministrazione Comunale è stata una tra le prime amministrazioni comunali delle Marche a dotarsi di un piano di protezione civile a seguito della terribile esperienza dei tecnici comunali che prestarono soccorso durante il terremoto dell’Irpinia del 1980 a Sant’Angelo dei Lombardi con a capo della spedizione l’ing. Vittorio Luzi. Nel 2008 – continua Fanesi – si è dotata  di un nuovo piano di emergenza che tiene conto delle ultime direttive in materia,  divulgandolo anche attraverso un opuscolo redatto e pubblicato nel 2010  e inviato a tutte le famiglie fanesi.  Il piano è stato reso disponibile sin da allora anche sul sito web del Comune di Fano.  Ogni anno poi il Comune di Fano e le associazioni di protezione civile sensibilizzano la cittadinanza attraverso iniziative pubbliche come ad esempio ‘Io non rischio’ (iniziativa che si svolge tutti i mesi di ottobre)”.

“Non ho poi alcun dubbio nel dire che i volontari di protezione civile di Fano sono tra i più preparati e meglio organizzati della Regione Marche.  Non è un caso  – conclude – che siano stati tra i primi ad intervenire e assistere la popolazioni colpite.  E rappresentano motivo di orgoglio per la nostra cittadinanza”.

 

Innanzitutto, dalla risposta dell’Assessore Fanesi, si comprende che egli stesso non ha letto nemmeno l’interrogazione o non l’ha capita (grave per uno che svolge il ruolo di Assessore): noi non abbiamo mai affermato che il Comune non si era dotato di un piano di emergenza. In secondo luogo, il gent.mo Ing. Fanesi non conosce le normative regionale e/o nazionali riguardanti la materia, e vedremo il perché.

 

Contestualmente con l’interrogazione abbiamo presentato un accesso agli atti per chiedere semplicemente due cose:

  1. Il piano comunale di emergenza, perché non è assolutamente vero che è pubblicato sul sito, infatti sul sito è recuperabile solo una presentazione de piano con un cartina e un link che porta alla normativa regionale che consigliamo vivamente a Fanesi di controllare ogni tanto.
  1. Gli atti di nomina del responsabile delle aree funzionali previsti dalla DGR 233 del 30 marzo 2015.

Il piano comunale di emergenza ci è stato recapitato ma le nomine dei responsabili purtroppo no. Ci hanno solo segnalato che i responsabili sono rappresentati dai dirigenti competenti per materia.

 

ANALISI DEI DOCUMENTI E DELLE “MANCANZE DI FANESI”

In base ai documenti che abbiamo ricevuto possiamo affermare, senza paura di smentita, che il Piano comunale di emergenza non è stato aggiornato come previsto dall’art. 14 della legge regionale nr. 32/2001

Art. 14

(Funzioni dei Comuni)

  1. I Comuni svolgono i seguenti compiti:
  2. a) raccolta dei dati utili per l’elaborazione del piano comunale di previsione e prevenzione e per la predisposizione e l’aggiornamento dei piani regionali e provinciali;
  3. b) collaborazione all’attuazione degli interventi previsti nei piani regionali e provinciali di cui alla lettera a);
  4. c) adozione, nell’ambito delle proprie competenze, delle misure necessarie per fronteggiare le situazioni di pericolo indicate nei predetti piani;
  5. d) impiego dei mezzi e delle strutture operative necessarie per gli interventi, con particolare riguardo alle misure di emergenza per eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati dal Comune in via ordinaria;
  6. e) informazione della popolazione sui comportamenti da tenere in occasione di emergenze;
  7. f) attuazione degli interventi necessari a favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi;
  8. g) attivazione da parte delle strutture locali di protezione civile dei servizi urgenti e utilizzo del volontariato a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali, regionali e provinciali.
  9. Per lo svolgimento delle funzioni ad essi conferite, i Comuni adottano, divulgano, attuano e aggiornano il piano comunale o intercomunale di protezione civile, utilizzando anche forme associative e di cooperazione tra enti locali e, nei territori montani, le Comunità montane; i Comuni si dotano altresì di una struttura operativa di protezione civile, fornita dei mezzi necessari allo svolgimento delle relative attività.

Oltretutto nel 2015….

“La Giunta regionale con Delibera N° 233 Del 30 Marzo 2015 ha approvato le “Linee guida rischio sismico”, disposizioni operative per la predisposizione dei piani comunali ed intercomunali di protezione civile per gli eventi di natura imprevedibile con particolare riferimento al rischio sismico. Tali indirizzi recepiscono, in ambito locale, la Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 concernente il “Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico”.

Il documento è principalmente costituito da due parti:

  • La prima, descrittiva e generale ancorché doverosa poiché alcuni Comuni delle Marche non hanno ancora studi di Microzonazione sismica e CLE (condizioni limite per l’emergenza)
  • La seconda parte (da pag. 25), è quella più prettamente operativa (COC, aree funzionali, attivazioni e dimensionamento aree con l’approfondimento sullo scenario di rischio sismico stimato fatto dall’INGV che in Regione Marche ha una sede distaccata)

L’obiettivo delle linee guida è quello di migliorare ed ottimizzare la capacità di allertamento, di attivazione e di intervento dell’intero sistema regionale di protezione civile a fronte di eventi calamitosi improvvisi, con particolare riferimento al rischio sismico; nel contempo fornisce, al livello locale, la necessaria risposta di intervento in termini di protezione civile al verificarsi di un determinato pericolo e/o avversità calamitosa.

Tali indirizzi inoltre, disciplinano la gestione del flusso di informazioni tra i diversi soggetti coinvolti, l’attivazione ed il coordinamento delle componenti del sistema regionale, la descrizione del modello organizzativo per la gestione delle emergenze a scala locale.

La puntuale applicazione ed attuazione da parte delle Amministrazioni locali dei presenti indirizzi garantirà il necessario coordinamento operativo nelle attività di gestione delle emergenze, che costituisce il presupposto indispensabile per assicurare l’efficacia dell’azione del sistema di protezione civile.”

 

Quindi, oltre a non aver aggiornato il Piano Comune di Emergenza, come richiesto dalla legge del 2011, Fanesi non sa neanche che deve essere applicata la delibera regionale del 2015, come, ad esempio, Ancona ha già fatto. Queste osservazioni che facciamo, rivelano punti pratici di grande rilevanza, perché se non si aggiorna la situazione territoriale della città, in caso di emergenza, molte azioni possono rivelarsi inefficaci e dispersive. Facciamo solo degli esempi, sulle incongruenze dell’attuale piano di emergenza, che risale, ricordiamolo al 2008 e mai aggiornato:

PAGINA 3: nel piano di emergenza comunale si indica ancora la frazione di Marotta passata nel 2014 sotto il comune di Mondolfo;

PAGINA 13: si fa riferimento a 139 persone di cui 12 persone disabili o anziane prive di assistenza continuativa;

PAGINA 13: si fa riferimenti a 10 persone di cui una – anziana- priva di assistenza;

PAGINA 21: si fa riferimento ad 8 aree funzionali (specifici ambiti di azione che debbono essere coordinati) quando la delibera del 2015 ne prevede 12 e per ciascuna di esse devono essere individuati i soggetti che ne fanno parte e, con opportuno atto, i responsabili (cosa che avevamo chiesto con l’accesso agli atti ma purtroppo non abbiamo ricevuto)

NELL’ALLEGATO “A” dove dovevano essere indicati i responsabili e i sostituti delle aree funzionali risulta una pagina non completa dei dati, quindi senza l’indicazione dei responsabili. I responsabili devono essere nominati con atto ufficiale, cosa che non è stata fatta per il Comune di Fano

NELL’ALLEGATO  “B” dove sono indicate le sede di ricettività di emergenza, tra le strutture alberghiere risultano alberghi non più attivi.

IN CARTINA il COC è indicato dove oggi non è più presente

 

Vorremmo dare allora un consiglio all’assessore Fanesi: prima di rispondere a mezzo stampa alle nostre interrogazioni scritte (per caso sa cosa significhi rispetto delle azioni di controllo e istituzionali?), studi i documenti e non si stizzisca se chiediamo chiarimenti che tutti i cittadini fanesi hanno diritto di sapere. L’assessore ha dimostrato solo di pensare più alla sua boria e meno all’approfondimento dell’argomento, dimostrandosi irrispettoso delle dinamiche istituzionali e assolutamente ignorante della materia e incapace di gestire l’aggiornamento richiesto in un ambito così delicato. Per questo gli chiediamo di rassegnare la sua delega alla Protezione Civile: NOI DI FANESI NON CI FIDIAMO!

E, per ultimo, ma non per importanza, vorremmo dare due suggerimenti e ci spenderemo per la loro concretizzazione:

– si realizzi quello che il sindaco ha annunciato: la Carta di Identità degli edifici comunali (da quello che sappiamo, basti sapere, ad esempio, che nessuna scuola fanese, a parte una, ha la certificazione antisismica. Per averla si dovrebbe fare l’adeguamento sismico, oltre la verifica di vulnerabilità iniziale per certificare lo stato della struttura). Inoltre è da verificare se tutti gli edifici pubblici siano dotati di certificato di agibilità e c.p.i. (certificato prevenzione incendi)

– si aumenti la frequenza delle azioni di formazione dei cittadini nei casi di emergenza. Non basta una dimostrazione all’anno e una distribuzione sporadica di volantini; moltissimi cittadini non sanno ancora come comportarsi se accade un’inondazione o un terremoto e nemmeno sanno quali, ad esempio, sono i luoghi di ritrovo in caso di eventi catastrofici

Se non rimane troppo turbato, caro Ing. Fanesi, continueremo a presentare interrogazioni e mozioni in consiglio comunale, affinché quello che abbiamo evidenziato e proposto, sia veramente realizzato.

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