Verba volant, scripta manent. Inutili le interviste della Dirigente alla Cultura e le parole di circostanza dell’assessore competente: la chiusura del Museo Archeologico dal 2 settembre 2016 è stato frutto di un pasticcio fra negligenza e inattività del Comune. Abbiamo i documenti che attestano che fin dal dicembre del 2015 il Comune già sapeva, di dover realizzare gli adeguamenti di sicurezza, deumidificazione e impiantistica della sezione archeologica esterna ed interna del nostro Museo. Altro che avvisi risalenti all’estate del 2016, come ha dichiarato il Dirigente competente fanese. Dopo due mesi, nel febbraio 2016, la Sovraintendenza, vista l’inattività del Comune, invia lettera dicendo che si vede costretta al ritiro dei materiali statali presenti in museo e richiede l’inventario di tutti i reperti del museo. Dopo altri tre mesi, a maggio 2016, tutto tace da parte del Comune. La Sovraintendenza con nuova lettera, rimarcando i ripetuti solleciti, ricorda che il Comune non ha ancora fornito i documenti richiesti per poter ritirare i reperti statali. Con la nota finale che recita “Qualora codesto Comune non dovesse adeguarsi alle indicazioni di cui sopra, dovrà riconsegnare, a sue spese, detti reperti a questa Sopraintendenza, sede Ancona, entro il 24 giugno 2016”. A questo punto, visto che si parla di soldi, il Comune risponde dopo un mese dicendo che quello richiesto “implica una disponibilità di risorse, in termine economici e di personale, e l’attivazione di procedure che non potranno essere concluse entro il termine del 24 giugno 2016.” Cioè dopo sei mesi il Comune non ha mosso un dito e si giustifica solo ora dicendo che non ha soldi o personale per preparare alcuni documenti e attivare le richieste operative fatte dalla Sopraintendenza.
Ma dopo tre giorni da Ancona rispondono a muso duro, giustamente secondo noi: chiedono la restituzione dei reperti statali non oltre il 5 agosto 2016. Ma, incredibilmente, il 4 agosto, il Comune risponde dicendo che si sono trovati 33 mila euro per poter svolgere le prime attività sulla sicurezza del museo e la fase di deumidificazione. Comunque sia, la Sopraintendenza a settembre, si vede costretta a ritirare i reperti statali, facendo un inventario a mano (di cui abbiamo copia), visto che il Comune non è riuscito a farlo in sette mesi, poiché delle promesse non se ne fa niente e le condizioni del museo non sono cambiate. Ed ora? Dopo undici mesi di semi-inattività, sembra che a breve verranno aperte le buste per il bando riguardante solo la messa in disparte delle opere comunali in luogo idoneo, per far avviare i lavori sulla sicurezza, deumidificazione. Quando partiranno i lavori per tutto ciò? In parte, si pensa a dicembre-gennaio. Per le teche e la protezione delle opere esterne, invece, si dovrà attendere il prossimo bilancio comunale del 2017, non prima di marzo-aprile solo per lo stanziamento. Poi ci sarà un bando e l’apertura delle buste. Sempre il Dirigente alla Cultura ha promesso che in primavera il museo archeologico riaprirà. Forse sì, ma con la metà delle opere a disposizione. Complimenti all’efficienza e all’attenzione da parte del Comune per il nostro patrimonio storico!