SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA … PRIMAVERA

I sogni son desideri e con Seri rimangono tali. E’ quello che pensa il cittadino fanese di fronte alle tante promesse sulla qualità della vita cittadina fatte dal nostro sindaco da ormai tre anni a questa parte. E sì, sono passati tre anni dall’ingresso di Seri alla guida della città e le polveri sottili volano a valori elevatissimi, la città dei bambini rimane sulla carta, la mobilità sostenibile è una chimera.

Eppure nel 2016 Seri ha avuto 16 milioni di euro da spendere fuori dal patto di stabilità. Pochi euro però investiti su alcune spezzoni di piste ciclabili, qualche cartellone per la città dei bambini, nulla per alleviare la morsa del traffico, zero per la pedonalizzazione del centro e della città.

Per meglio capire quello che può provare un cittadino fanese prendiamo un esempio di chi abita a Fenile e vorrebbe, visto che la primavera è arrivata, raggiungere in bicicletta a Fano. Caspita, direte voi, c’è la pista ciclabile nuova! E dal 2015 che il Sindaco ha detto che sarebbe stata terminata a Pasqua.. ma non ha detto di quale anno! In effetti, abbiamo provato a percorrerla. Partenza da Via del Molino a Fenile… un bel tratto dritto di pista ciclabile, ma ecco il primo inghippo: la pista si interrompe sul ponte dell’autostrada. Siamo costretti a scendere ed ad attraversare, senza strisce pedonali, in un tratto di curva pericolosissimo, dove le auto giungono a forte velocità. Andati nell’altro lato di marcia sulla strada usata da tutti i veicoli, una bella salita e poi discesa. Ma per ricongiungersi alla pista occorre di nuovo riattraversare la strada, sempre tra mille pericoli. Bene, dopo aver salvato di nuovo la vita, siamo nei pressi di Fano. In un incrocio pericoloso, nei pressi di un grande quercia, una rete di un giardino non permette di vedere sopraggiungere le eventuali auto da una strada laterale. Allunghiamo il collo e speriamo che nessuno arrivi, ripartiamo. Ma ecco che di nuovo la pista si interrompe: stavolta abbiamo un semaforo a chiamata per poter attraversare la strada. Peccato che ad oggi la chiamata è disattivata. Dopo aver attraversato, ci rimane l’ultimo tratto tranquillo di pista ciclabile, poiché al termine di questa, ci si ritrova, sbattuti senza protezioni, in uno degli incroci più pericolosi di Fano, tra via Fornace e via Trave. A quel punto, vale bene una preghierina.

Questo percorso rappresenta nella realtà l’esemplificazione dell’incapacità decisionale e di veduta del nostro sindaco sulla mobilità leggera e sulla qualità della vita a Fano: pressapochismo, avanzamento a singhiozzo, mancanza di visione unitaria. Non ci rimangono che gli slogan: Fano città dei bambini, #orizzontefano, #fanocresce. E tanti inutili tavoli di confronto, per riempire con le parole e progetti sulla carta il vuoto pneumatico delle mancate azioni.

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