Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Non è bastato al Sindaco accettare democraticamente l’esito di un referendum per l’unificazione di Marotta fatto con tutti i criteri stabiliti da una legge regionale, si è dovuto per forza incaponire in un ricorso alla Corte Costituzionale che ha visto il Comune di Fano perdente. La sentenza del 7 novembre scorso, depositata ieri, stabilisce infatti che il Consiglio di Stato non può annullare una consultazione indetta secondo le regole stabilite dalla Regione. Si è trattato quindi di un ricorso sbagliato che ha fatto perdere tempo e soldi all’Amministrazione e che oltretutto va contro la volontà dei residenti di Marotta. Seri si rassegni e la smetta di prendere in giro i cittadini con il suo capriccio di volersi riprendere Marotta, costato finora ben 140.000 euro alle tasche dei fanesi!
Per il Movimento 5 Stelle la sovranità popolare rappresenta ancora un valore imprescindibile, soprattutto se esercitata in forma diretta, come avviene con lo strumento referendario. L’ostinazione della politica nel voler perseguire un obiettivo evidentemente contrario alla volontà dei cittadini dovrebbe avere il buon gusto di venire meno di fronte agli esborsi non trascurabili che questo comporta, soprattutto in un momento di profonda difficoltà per molte famiglie.