Con una decina di giorni di ritardo, finalmente l’Assessore Marchegiani ha convocato una conferenza stampa per annunciare l’avvenuta pubblicazione del bando per la concessione della gestione della Rocca Malatestiana a fini culturali, in scadenza per il prossimo 9 aprile.
Quella di informare la cittadinanza attraverso i mezzi di comunicazione di massa non è l’unica novità voluta dalla Giunta in seguito alle nostre richieste di maggiore trasparenza e pubblicità. Infatti, consultando i documenti di gara, rimaniamo piacevolmente stupiti dal fatto che larga parte dei consigli che il Movimento 5 Stelle di Fano, negli ultimi anni, ha rivolto all’Amministrazione per migliorare le condizioni di partecipazione negli affidamenti dei beni storici è stata accolta (contrariamente a quanto avvenuto per il Bastione Sangallo): si è scelta infatti la procedura di aggiudicazione più inclusiva e trasparente di tutte, quella aperta; sono stati mitigati i requisiti economici e tecnico-organizzativi, salvaguardando allo stesso tempo i caratteri di professionalità e imprenditorialità nella futura gestione della Rocca; è stato dato maggior risalto alla possibilità di aprire un punto ristoro per sostenere finanziariamente le attività culturali e di animazione; sono scomparse le ipotesi di proroga, vietate dalla legge.
Tuttavia, dobbiamo rilevare ancora aspetti poco convincenti che non ci consentono di condividere appieno le scelte politiche della maggioranza.
Infatti, a dispetto del carattere imprenditoriale della gestione, l’Amministrazione stima una parità di costi e ricavi, quindi un’assenza di utili per l’affidatario, e sulla base di questo non prevede un canone a favore del Comune, come dovrebbe avvenire in ogni concessione che si rispetti, ma al contrario erogherà addirittura un contributo annuale di 40.000 euro per l’organizzazione degli eventi e delle attività, anche se perlomeno con obbligo di rendicontazione (un altro nostro vecchio cavallo di battaglia). Verrebbe allora da chiedersi per quale motivo il bando sia stato pensato per vere e proprie imprese, finanziariamente solide, quando per loro non si prefigura alcuna prospettiva di lucro, come se si trattasse di piccole associazioni culturali.
A tale riguardo, si tenga anche conto che il futuro gestore potrà avvalersi dei ricavi provenienti dall’attività di somministrazione di alimenti e bevande, dalle iniziative culturali a pagamento e dai canoni versati dai terzi che vorranno utilizzare spazi e attrezzature della Rocca (alla faccia della condivisione gratuita con il fervente associazionismo fanese!), e non gli verranno chiesti ingenti investimenti, essendo previsto il solo obbligo minimo di allestire un teatro all’aperto per i mesi estivi e il punto ristoro (per un costo stimato di 30.000 euro, quindi abbondantemente coperto dal contributo comunale), mentre per esempio la necessaria installazione delle pompe di calore al primo piano sarà a carico del Comune.
A fronte di questo, anche la durata dell’affidamento di 5 anni e 5 mesi, con facoltà di rinnovo per ulteriori 3 anni, risulta spropositata e di dubbia legittimità, visto che la legge consente concessioni ultraquinquennali solo nei limiti necessari al recupero degli investimenti stessi