Per quanto riguarda la posizione che la maggioranza fanese terrà nel prossimo consiglio monotematico sulla sanità locale, non ci stupiscono le indiscrezioni pubblicate stamattina dal “Resto del Carlino”, che dipingono uno scenario in perfetta continuità con quanto emerso nei mesi scorsi.
Le richieste di servizi e reparti da mantenere o ripristinare presso il Santa Croce avanzate dal Sindaco, già in assoluto ribasso, erano state solo parzialmente accolte da Ceriscioli, ma ora sembra che Seri e i partiti di maggioranza siano ben disposti ad ingoiare anche questo rospo.
Non siamo ancora entrati in possesso del documento che si discuterà venerdì, anche se abbiamo cercato di rimediare con un accesso agli atti. Tuttavia, grazie alle ricostruzioni giornalistiche, siamo già in grado di sapere che rimarrebbero attivi nell’ospedale di Fano i reparti di medicina d’urgenza, oncologia, diagnostica per immagini complessa, diagnostica di laboratorio, pronto soccorso fino al codice rosso, day surgery, chirurgia d’urgenza H24 e neuropsichiatria infantile.
Si tratta di concessioni irrisorie che mettono a dura prova la possibilità stessa di continuare a qualificare il Santa Croce come un vero e proprio ospedale, trattandosi per buona parte di servizi più attinenti all’assistenza distrettuale rispetto a quella ospedaliera, e che probabilmente prefigurano una chiusura totale e definitiva della struttura, vista la difficoltà di raggiungere il numero minimo di 20.000 accessi al Pronto Soccorso senza solidi reparti di supporto alle spalle.
Nel nosocomio fanese, a conti fatti, rimarrebbero addirittura meno specialità di quelle previste dal famigerato Decreto Balduzzi per un ospedale di base, e si assisterebbe per esempio alla chiusura di ginecologia, ostetricia e pediatria, alla faccia del polo materno-infantile promesso da Seri, con il conseguente spostamento di tutte le nascite a Pesaro.
Il fatto di vedere l’ortopedia, un tempo fiore all’occhiello del Santa Croce, tra i reparti che ritroveremo magicamente nella clinica privata di Chiaruccia, insieme a cardiologia, ci sembra la migliore risposta a chi, nel fiabesco mondo del centrosinistra fanese, paventa con invidiabile tempismo la possibilità che il privato penetri nella sanità del nostro territorio in funzione sostitutiva del pubblico, piuttosto che complementare, minacciando allo stesso tempo di “andare in Regione a protestare”. Meglio tardi che mai! Aspettiamo al varco questi riscoperti paladini della sanità pubblica quando venerdì si dovrà votare il documento che sancirà lo scempio voluto da Ceriscioli e dal PD, ben inteso, con la complicità di Seri.
Quali risultati ha ottenuto infatti il Sindaco in quattro anni di mandato? La localizzazione del nuovo ospedale a Muraglia, dopo la dissennata e depistante battaglia al grido di “o Chiaruccia o morte”, e qualche spicciolo per realizzare la strada necessaria a raggiungerlo. Un ospedale pubblico sacrificato in cambio di una strada: questo è il baratto indecente che Seri è riuscito a portare a casa.
Con il voto dello scorso 4 marzo, anche le Marche si sono tinte di giallo sfiorando il “cappotto” nei collegi uninominali, ad ulteriore dimostrazione della forte contrarietà espressa dai cittadini alla scellerata riforma sanitaria targata PD. Per questo, siamo già al lavoro su più livelli affinché il prossimo Sindaco di Fano e il prossimo Presidente di Regione a 5 Stelle possano invertire la marcia il prima possibile, promuovendo una programmazione sanitaria che parta dall’ascolto delle reali esigenze dei territori e non dalla necessità di soddisfare le mire degli imprenditori della sanità privata che finanziano le campagne elettorali.