Stupisce come dopo i numerosi incidenti sul lavoro avvenuti in questi ultimi mesi nell’azienda più grande della nostra città, la Profilglass, nessuna parte politica o amministrativa dell’attuale maggioranza locale abbia speso parole ed atti per far sì che la questione sicurezza diventi la priorità da perseguire nel nostro tessuto industriale. Stupisce ancor di più dopo che sulla stampa il tema è stato ben approfondito e analizzato. Noi pensiamo che voler bene alla Profilglass voglia dire voler bene ai lavoratori che vi operano e agli imprenditori che ci investono, nel rispetto delle regole e delle buone prassi. Conosciamo l’attenzione che a questo tema rivolge l’azienda, alcuni anni fa abbiamo fatto visita alla struttura e il tema sicurezza era una delle sue priorità.
Per questo, analizzando i documenti apparsi sulla stampa e quelli inerenti l’esposto degli avvocati difensori di una delle vittime di uno degli incidente sul lavoro, ci pare molto debole la linea dell’amministrazione comunale e dell’Asur nel far realizzare piena sicurezza nei confronti delle maestranze (quasi mille addetti) che operano nell’azienda. Il tutto nasce dalla pericolosità dei tetti, soprattutto dove sono installati i pannelli fotovoltaici. Dalle analisi e perizie sembrerebbe che, ad oggi, non ci siano gli estremi per un’ordinanza del Sindaco per attuare azioni per un pericolo grave ed imminente.
Ma nella relazione del Comune si dice che i difetti di montaggio e le non conformità riscontrate rendono necessario un costante monitoraggio della stabilità dell’impianto fotovoltaico installato e dell’integrità degli elementi di copertura sottostanti, nonché l’approntamento di opportune misure di sicurezza per fronteggiare i rischi evidenziati. Sempre il Comune aggiunge che risulta necessaria una verifica strutturale per verificare se nel tempo aumenterà il rischio in caso di clima avverso, non essendo stata rispettata la regola d’arte nel montaggio dei pannelli alla struttura. Dalla relazione tecnica da parte di Asur vengono evidenziate potenziali condizioni di innesco di fenomeni di corrosione e di indebolimento di elementi strutturali. Tanto che se non vengono presi opportuni provvedimenti, l’allentamento dei fissaggi può incidere sulla stabilità a lungo termine. Ma, per assurdo, viene evidenziato che non ci sono elementi di protezione per lo svolgimento in sicurezza delle manutenzioni sui tetti (linee vita). Inoltre l’eventuale presenza di personale addetto a tale scopo comporta la trasmissione alle strutture secondarie di carichi concentrati ai quali non c’è garanzia che siano in grado di resistere.
Così il Comune, come Ponzio Pilato, non ha emesso nessuna ordinanza o altro atto per realizzare tali prescrizioni. Vi sembra un atteggiamento responsabile? Vi sembra altrettanto responsabile che neanche l’Asur, che ha fatto la perizia, non si sia mossa per prescrivere tali azioni?
In questo modo la ditta non è tenuta a muovere un dito nella direzione dei suggerimenti forniti nella relazione sopracitata.
A questo punto lanciamo un appello: gli organi competenti si attivino in modo concreto e decisivo affinchè tutti i suggerimenti e le disposizioni scritte nei documenti diventino realtà, monitorando continuamente la loro attuazione nel tempo, in modo puntuale e preciso. I cittadini acquisterebbero finalmente più fiducia nelle istituzioni, i lavoratori sarebbero maggiormente tutelati e l’azienda lavorerebbe con più tranquillità e serenità. Tutti, insomma, ci guadagnerebbero.