TRANSIZIONE ENERGETICA: LA RICETTA GIUSTA PER AFFRONTARE IL CARO BOLLETTE

L’allarme sui rincari delle bollette non risparmia gli uffici comunali e giunge insistentemente anche dal Sindaco Seri, che si ritrova a ipotizzare soluzioni estreme come lo spegnimento dei lampioni per preservare gli equilibri di bilancio. Questo esito traumatico si sarebbe potuto risparmiare se la Giunta avesse messo in campo sul serio e con sistematicità gli interventi che chiediamo da sempre, e suggellati con la dichiarazione di emergenza climatica approvata dal consiglio comunale due anni fa, in primis per l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici e, rispetto al riscaldamento, per la sostituzione dei combustibili fossili con pompe di calore e impianti geotermici. Occorre inoltre completare (e accelerare) la sostituzione dei punti luce utilizzando la tecnologia a Led.

Ancora meglio, sempre su nostra proposta approvata all’unanimità nel 2021, sarebbe la creazione di comunità energetiche, che si sono rivelate a posteriori la migliore soluzione a questi tempi di incertezza, essendo fondate su un modello decentrato e indipendente di produzione dell’energia. Mettersi a capo di questa stagione di transizione ecologica a livello locale avrebbe senz’altro incentivato anche la cittadinanza ad attivarsi di conseguenza, se solo si fosse aperto – come abbiamo più volte sollecitato – uno sportello informativo in grado di sostenere fattivamente i privati sul Superbonus 110% e sulle altre possibilità. 

Ci preoccupano anche le dichiarazioni del Sindaco che sembra voler scaricare sulla Regione la responsabilità di non essere riusciti, come Comune di Fano, ad adottare il PAESC (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima), cioè il pilastro di tutte le politiche per l’efficientamento e la sostenibilità climatica e ambientale. Una bozza, predisposta tra l’altro dalla SVIM (partecipata della Regione), era già stata approvata nel 2019 ma non è mai pervenuta ai promotori del patto dei sindaci, mentre i successivi piani di mitigazione e adattamento, che si sarebbero dovuti elaborare entro un anno, sono del tutto scomparsi dai radar. 

È legittimo chiedere aiuto agli enti sovraordinati, ma quando si prende atto che non solo Pesaro e Urbino, ma tanti piccoli comuni della nostra provincia, hanno adottato il piano da tempo e senza problemi, cominciamo seriamente a preoccuparci sullo stato di salute della nostra macchina comunale, sempre che quello di Seri non sia il classico scaricabarile.

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