Questa mattina in Consiglio regionale è stata discussa l’ennesima interrogazione sul futuro dei 50 posti letto assegnati a Fano fin dal 2018. L’Assessore Saltamartini in aula ha fortemente evidenziato la sua difficoltà a rispondere alle numerose domande che, come consigliera e cittadina di Fano, pongo ormai da tempo chiedendo che si faccia chiarezza se e come i 50 posti letto di ortopedia saranno ripartiti tra l’ospedale Santa Croce di Fano e la clinica privata convenzionata prevista a Carignano.
La mobilità passiva nell’Ast 1 secondo il Rendiconto 2023 è stata di 47,6 milioni di euro e ha riguardato soprattutto l’area ortopedica, pertanto è interesse di tutte le Marche conoscere l’effettiva ripartizione dei posti letto nella nostra provincia per arginarla.
Ciò che è apparso chiaro nel suo intervento è che l’Assessore è politicamente non allineato al suo amico di partito e sindaco di Fano Luca Serfilippi che, a differenza di Saltamartini, durante un consiglio comunale rispondendo a due interrogazioni sulla sanità locale, non solo ha assicurato che i 50 posti letto resteranno a Fano, ma in una intervista avvenuta dopo il consiglio comunale, ha addirittura raddoppiato chiedendo 20 posti letto per ortopedia, 30 suddivisi in vari reparti del Santa Croce e ha lasciato intuire che gli altri 50 posti letto dovrebbero essere ripartiti in altri servizi tra cui quelli per la clinica privata di Carignano.
Inoltre, il suo capogruppo in consiglio comunale della Lega ha richiamato a mezzo stampa sia l’Assessore Saltamartini che il Presidente Acquaroli per avere chiarezza su cosa ci sia dietro l’accelerazione sul Cotignola 2 a Pesaro sospettando un taglio dei 50 posti letto destinati a Fano in favore degli 80 lì autorizzati.
È chiaro che tra livello Comunale e livello Regionale il partito della Lega sulla sanità è in piena confusione.
Purtroppo, sono quattro anni che le mie domande non ricevono una risposta adeguata dall’Assessore Saltamartini, il suo imbarazzo e la sua difficoltà sono molto chiari ed evidenti, la verità è una sola: gli atti aziendali sono in ritardo e l’assessore non sa cosa prevedono o non lo vuole rendere pubblico. Quanto ancora dovranno aspettare i cittadini per avere risposte sul futuro della sanità che interessa il loro territorio? Soprattutto quali sono le strategia per arginare la voragine della mobilità passiva causata dalle liste d’attesa sempre più lunghe che portano il 9,7% dei marchigiani a rinunciare alle cure perché non possono permettersi di rivolgersi al privato?
Ad oggi sappiamo che in Umbria e in Emilia Romagna a causa soprattutto dei tagli alla sanità del Governo Meloni le alleanze di centro sinistra hanno vinto con l’affermazione dei propri candidati governatori. Dopo tanta propaganda nelle Marche i risultati in sanità non si vedono all’orizzonte e il prossimo anno il giudizio sarà dato dai marchigiani.
Marta Ruggeri, capogruppo del M5S in consiglio regionale