Di fronte alla forza umana dimostrata dal comitato “Insieme per la scuola”, sia nelle intense riunioni, sia nell’imponente manifestazione di domenica, non resta che togliersi il cappello per tanta partecipazione civica che ha unito genitori, bambini e docenti. Che hanno ragione da vendere. Perché mai avremmo potuto immaginare che pur di svuotare il S.Arcangelo si fosse arrivati addirittura a sconvolgere la vita e l’intera organizzazione scolastica della città. La soppressione dell’istituto comprensivo Padalino (che comprende anche la scuola primaria Luigi Rossi) viene giustificata addirittura appoggiandosi alla manovra finanziaria di luglio (art. 19, commi 4 e 5 legge 15 luglio 2011) che impone agli istituti comprensivi di NUOVA ISTITUZIONE, che provengono dall’accorpamento di direzioni didattiche o da scuole secondarie di 1° grado separate, almeno 1000 alunni per acquisire l’autonomia. Quindi nessun accenno a istituti comprensivi già esistenti che debbano essere smembrati. In più gli istituiti comprensivi esistenti possono mantenere l’autonomia, secondo la legge regionale, se hanno tra 500 e 900 alunni. Ed è la situazione della Gandiglio e della Padalino. Le amministrazioni più serie e più responsabili cercano in tutti i modi di “resistere” ad una tipica norma di “taglio lineare”, addirittura ricorrendo a livello regionale alla Corte Costituzionale (come le regioni Umbria, Toscana e Puglia, sperando che anche la nostra si svegli). La nostra amministrazione no, è più realista del re, cerca di anticipare, di fare peggio. Così succede che per eliminare una scuola e “svendere” un gioiello di famiglia in pieno centro storico i ragazzi della Luigi Rossi rischiano di finire dentro l’edificio della Gandiglio, alcune classi della Gandiglio alla Corridoni, alcune classi della Corridoni alla Luigi Rossi. Il gioco delle tre carte fatto sulla pelle dei ragazzi. Facendo perdere il servizio della mensa ai primi (visto che alla Gandiglio non c’è e andrebbe costruita o organizzata). Scombussolando tutte le graduatorie interne degli istituti, con l’impossibilità di garantire con certezza gli stessi insegnanti per gli stessi ragazzi. Per non parlare degli asili che si scambiano di ruolo, da statali a comunali (vedi asilo Manfrini e Albero Azzurro). L’amministrazione ha fatto arrabbiare tutti, ragazzi, genitori, docenti e sindacati, con un autogol incredibile, inimmaginabile, senza logica, senza criterio. Noi di Fano a cinque stelle faremo il possibile in consiglio comunale. E siamo felici che i cittadini si stiano mettendo in gioco tramite i comitati: la gente deve riappropriarsi della propria città e del proprio futuro. Perciò, caro Sindaco, fermi tutto per almeno un anno! Almeno fino a quando non si sia pronunciata la Corte Costituzionale. Non c’è bisogno di fare danni prima del tempo! Sappiamo bene che il vero interesse di questa amministrazione non è la continuità didattica ma una speculazione immobiliare. La città sta aprendo gli occhi e non si genufletterà di fronte agli interessi di pochi. Persino l’illustre prof. Settis, accademico di Francia, già direttore della Scuola Normale di Pisa, intervenendo di fronte a 300 persone giovedì scorso, ha dichiarato di non riuscire a credere come possano essere previsti appartamenti e negozi al posto della Padalino!