Parafrasando una locuzione latina, si potrebbero commentare le affermazioni dell’assessore Falcioni e dell’Assessore Serfilippi, con un bel “In cauda pessimum” : il peggio alla fine.
Proprio così, proprio alla fine di questo 2011 le esternazioni dei due assessori fanno ripiombare negli anni sessanta (periodo di boom economico, direte voi: magari!) le visioni di sviluppo e partecipazione della nostra città. Andiamo con ordine. Falcioni difende ancora a spada tratta i 29 mila metri quadrati di residenziali e negozi stralciati dalla Provincia e dalla Sopraintendenza per il progetto Terme di Carignano, appellandosi a una visione di sviluppo antica e retrograda (appunto, agli anni ’60) per sconfiggere la crisi e la disoccupazione. Come se per il rilancio delle Terme fosse auspicabile un’altra colata di cemento che potrebbe dare un lavoro di un paio di anni ad alcun decine di operai alle dipendenze di costruttori, che, finito lo scempio, poi cercherebbero di farne ancora, danneggiando agricoltura e turismo. E dare lavoro a una decina di commessi che non venderanno nulla o quasi, a causa della crisi stessa e della logistica del progetto delle Terme (lontane da centri abitati e per un target di clienti che non viene lì per fare shopping). Purtroppo per Falcioni, ma fortunatamente per noi, le logiche dello sviluppo sono cambiate. Anche noi auspichiamo una riqualificazione delle Terme, ma nello stile “Toscana”, più equilibrato ed economicamente più redditizio: ricettività sparsa sul territorio (riqualificando i piccoli comuni, creando bed & breakfast e agriturismi), valorizzazione delle maestranze e dei prodotti locali, rispetto del paesaggio quale risorsa intrinseca di attrattiva e turismo di qualità. Ci sarà più lavoro e per un periodo stabile.
Passiamo a Serfilippi. Ha promesso, dopo i week end da sballo dei giovani fanesi, di parlare con i giovani stessi. Fanno quasi tenerezza le sue parole. Ma come potrà farlo, visto che uno degli strumenti di partecipazione popolare istituito dal suo predecessore è stato abbandonato dallo stesso Assessore Serfilippi. Dove andrà a parlare con i giovani? Nei locali il sabato sera? Per il corso alle 2 di notte con quelli già sbronzi? Creerà un gruppo su face book “alcolisti e teppisti anonimi del sabato sera fanese?”. Una sua ipotesi è quella di andare nelle scuole: ma non dovrebbero già essere le scuole stesse ad educare i ragazzi? Non sentiamo il bisogno di un assessore che, in cerca di visibilità, vada a fare la predica a dei giovani e distribuisca volantini informativi. Essi hanno bisogno di tutt’altro. Auspichiamo che la rete di strutture reali e non virtuali venga presto ristabilita e rimodernizzata. Un rapporto tra amministrazione e giovani non si crea con i proclami o incontri spot.
Se fosse per Falcioni e Sefilippi, l’augurio che ci dovremmo fare per il prossimo anno sarebbe “Buon 1962 a tutti ! (con un tuffo nel passato). Ma noi cittadini, vogliamo essere nel 2012 con nuove prospettive e atti concreti.
Caro Hadar : gli assessori sono espressione del volere del sindaco, li sceglie lui e li manda a casa lui. Ma il sindaco, come i tutori dell’ordine per le vie di Fano, predilige le “public relations”. Incensare i Fanesi per perpetuare il suo ruolo di primo cittadino. La scelta di validi collaboratori contraddistingue il buon manager non i carrieristi. Purtroppo il merito è una cosa che il cittadino medio di Fano deve ancora imparare a conoscere.