Con ordinanza del Sindaco del 19 giugno, dopo la pioggia di venerdì scorso, è entrato in vigore il divieto di balneazione in tutta la zona della spiaggia libera di Sassonia, proprio a causa degli scolmatori che hanno riversato in mare tutte le acque nere raccolte nella zona. Questa volta l’area di non balneabilità è stata ampliata ben oltre i classici 50 metri a nord e a sud degli sfioratori, coinvolgendo, appunto, tutta la spiaggia libera di Sassonia Sud. Eppure anche un bambino avrebbe capito che realizzare le scogliere senza prolungare gli scolmatori al di là delle scogliere stesse avrebbe prodotto una miscela nefasta per la balneazione. Ma il Comune ha deciso di realizzare il prolungamento degli scolmatori dopo la stagione estiva. Addirittura l’assessore Mascarin era orgoglioso di aver fatto aprire i cantieri a maggio e averli fatti subito sospendere per la stagione estiva, in attesa di riattivarli a settembre. Risultato? Zona della spiaggia occupata da un cantiere sospeso e divieto di balneazione al primo acquazzone. Ci chiediamo: ma in che mani siamo? Ci appare da dilettanti questo tipo di approccio. In una zona, oltretutto, dove insistono numerose attività turistiche, chi pagherà i danni agli operatori per questa azione così scriteriata?
Ma non ci fermeremo alle critiche, sacrosante. Faremo tutti gli accessi agli atti consentiti per capire come mai il Comune abbia scelto questa tempistica, quando alcuni anni fa si parlava di realizzare scogliere e allungamento degli scolmatori in contemporanea. Chiederemo i documenti che attestino i pareri degli organi competenti e vedremo se il Comune ha agito secondo buon senso e accuratezza di analisi. Un Comune di cui il turismo è uno dei motori trainanti, non può meritare amministratori così sprovveduti.