Ci congratuliamo con l’Amministrazione e soprattutto l’Ufficio Europa per i fondi intercettati per la vasca di prima pioggia dell’Arzilla, però ci preme sottolineare che il tono trionfalistico con cui è stato dato l’annuncio forse è eccessivo. Questo perché era stata promessa per il 2017. Ad aprile 2018 già sulla stampa si parlava di ritardi dovuti a espropri e problemi con i terreni che sono privati. Oggi, con fare tronfio e trionfante, la triplice Seri-Mascarin-Reginelli ce la promettono forse per il 2021 con un contributo europeo per solo un quarto della spesa. Spesa enorme di 2 milioni di euro totali, che per circa 1,5 milioni si dovrà accollare Aset, cioè noi cittadini fanesi. Costi del genere ci ricordano le grandi opere sempre realizzate da Aset per il prolungamento degli scolmatori a mare di via Ruggeri: dovevano entrare in funzione a giugno 2018, forse succederà nel 2019, perdendo un’altra stagione turistica con divieti di balneazione e con pesanti dubbi sul reale funzionamento e beneficio dell’opera.
È questo il modo di agire di un’amministrazione oculata ed efficace sul piano ambientale? Dovremmo quindi ancora aspettare forse tre anni per poter sperare di riavere un’acqua decente per la spiaggia dell’Arzilla e del Lido, dopo che ce l’avevano promesso per il 2017? E ricordiamoci che il tratto più importante e che ha più necessità di manutenzione e sicurezza della pista ciclabile Arzilla-Paleotta, che dovrà passare proprio nei pressi della vasca di prima pioggia, non potrà essere realizzato finché non ci sarà la vasca. Alle calende greche, quindi.
Quante promesse vane dobbiamo ancora ascoltare? La strategia futura per l’ambiente a Fano deve cambiare marcia nei prossimi anni e può accadere solo sostituendo questa classe dirigente che non sa neanche quello che dice, promette, spesso non mantiene e ci vuole incantare rilanciando progetti di cui si discute ormai da anni.