La scorsa settimana, il consiglio regionale ha approvato la riforma dell’assetto sanitario marchigiano che prevede, tra le altre cose, l’abolizione dell’Azienda “Marche Nord” e la sua incorporazione in una nuova realtà di dimensione provinciale che inglobi i servizi sanitari senza soluzione di continuità.
Dopo l’archiviazione dell’ospedale unico, si realizza dopo oltre dieci anni un altro obiettivo storico del MoVimento 5 Stelle, che dimostra ancora una volta la propria lungimiranza in materia di politiche sanitarie. Non poteva andare diversamente, visto che la stessa ragion d’essere dell’azienda, cioè la centralizzazione delle attività ospedaliere, è stata superata dai fatti. Il tempo, e purtroppo anche l’ultima esperienza pandemica, hanno evidenziato quanto sia fondamentale il ruolo di una medicina territoriale che si integri efficacemente con l’assistenza ospedaliera senza creare compartimenti stagni fuori da ogni logica.
Il paradosso è che a mandare la palle in rete è stato quello stesso centrodestra che, ai tempi della Giunta Aguzzi, difendeva a spada tratta l’istituzione dell’Azienda “Marche Nord”, da cui faceva derivare la sopravvivenza del Santa Croce, quando la storia ha poi dimostrato che si rischiava l’esatto opposto. La stessa ambiguità l’abbiamo vista nell’ultimo consiglio comunale, al momento di votare finalmente, come chiedevamo inascoltati da anni, l’assegnazione al Santa Croce dei 50 posti letto per acuti prima destinati alla clinica privata di Chiaruccia. Nelle file del centrodestra si sono contate solo assenze e un voto contrario. Non ci si può ergere a paladini del Santa Croce e poi raccontare alla gente che cambia qualcosa se la clinica privata si fa a Chiaruccia o a Carignano.
Con il nuovo piano socio-sanitario alle porte, ribadiamo la nostra proposta di convocare al più presto, di ritorno dalle ferie, un consiglio comunale monotematico sulla sanità alla presenza del presidente Acquaroli. Se i presupposti depongono finalmente a favore di un ruolo dignitoso per Fano, il resto è ancora tutto da costruire.
La lista dei problemi e dei temi da affrontare è lunga: riqualificazione del Santa Croce, realizzazione dell’hospice pediatrico all’ex ospedaletto, riapertura della guardia medica, garanzie sul funzionamento del pronto soccorso e sulla copertura degli organici, riequilibrio nella dotazione dei posti letto a livello regionale, implementazione della sanità territoriale con i fondi del PNRR.
Sarebbe il primo tassello per un protagonismo nuovo della nostra città che finora, anche in campo sanitario, è colpevolmente mancato.